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Friuli: infermieri introvabili, la Cisl lancia l’allarme

di Redazione Roma

In soli sei mesi il personale infermieristico dell’Asufc è diminuito di 67 unità, tenendo conto di nuove immissioni in servizio e cessazioni. I dirigenti della Cisl temono il collasso dei servizi sanitari (calo da brivido), non formandosi sufficiente personale. Occorre una sana trasparenza, che latita sempre di più.

Infermieri introvabili in FVG, Cisl: servizi sanitari a rischio collasso

Carenza infermieri in FVG, l'allarme Cisl Fp

Infermieri introvabili in Friuli Venezia-Giulia. Il grido d’allarme è stato lanciato poche ore fa dai dirigenti sanitari Cisl Fp dell’Asufc, secondo cui i servizi sanitari dell’Azienda rischiano il collasso. Una preoccupazione, la loro, che sorge dopo l’analisi del rendiconto semestrale dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale. E la matassa può solo ingarbugliarsi dopo le sospensioni dei no vax.

Ma oggi i dirigenti sanitari Cisl Fp dell’Asufc, Massimo Vidotto, Giuseppe Pennino, Fabrizio Oco, Nicola Cannarsa, non si esimono (tutt’altro) dal tornare sul tema, precisando che in soli sei mesi il personale infermieristico dell’Azienda è diminuito di 67 unità, considerando le nuove immissioni in servizio nonché le cessazioni.

Un calo da brivido, come è stato definito dai rappresentanti sindacali, che esprimono grande preoccupazione in merito alla tenuta dei servizi sanitari a rischio collasso. Anche in considerazione del fatto che la tendenza al calo è costante e interessa – in generale – tutti i dipendenti di Asufc, che tra dicembre 2018 e giugno 2021 sono passati da 8.939 a 8.632, dunque 307 in soli due anni e mezzo. E ancora, viene contestata la notizia dei 197 infermieri che Asufc sarebbe in procinto di assumere. Professionisti sanitari reclutati mediante la graduatoria per area geografica “Friuli Centrale” del concorso bandito dall’Azienda regionale di coordinamento per la salute per la copertura di posti di collaboratore professionale sanitario-infermiere (cat. D).

L’annuncio è stato dato dal vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi – da sempre intransigente nei confronti dei sanitari no vax – sottolineando che tale iniezione di personale replica in modo deciso alle necessità di personale dell’Asufc, sia attraverso stabilizzazioni sia tramite nuove assunzioni. Ma la notizia, secondo i dirigenti Cisl, va drasticamente ridimensionata, ritenendo che buona parte degli infermieri considerati sono già in sevizio a tempo determinato e altri lavorano all’interno delle case di riposo.

Se l’Azienda sarà in grado di assumerne 35 sarà già tanto, puntualizza Vidotto, che aggiunge un’ulteriore problematica: Nelle case di riposo si creano falle poiché i professionisti sanitari vincono il concorso per la sanità pubblica e se ne vanno. E per coprire tali falle l’Azienda manda nelle case di riposo parte del suo personale.

Vidotto richiama l’urgenza di una sana trasparenza: Occorre fornire i dati degli infermieri cessati nel corso dell’anno, quanti infermieri delle graduatorie precedenti sono stati concretamente assunti rispetto ai dichiarati vincitori nonché quanto tempo è occorso per assumerli, dove sono stati assegnati, quanti dopo un anno sono tutt’ora in servizio.

Ad ogni modo la questione pare di difficile soluzione. E Cannarsa tenta di spiegare le ragioni dietro a questo calo. Vi sono alcuni che vincono il concorso provenendo da fuori Friuli Venezia-Giulia per cui, appena hanno modo di avere il trasferimento, rientrano a casa. Inoltre, essendo il personale infermieristico al 75% femminile, non di rado chiede lunghe aspettative, ad esempio per assistere i figli piccoli o i genitori. E ancora, con l’innalzamento dell’età pensionabile, tanti infermieri si ammalano. Ed effettuare nuove assunzioni è assai complicato

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