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Entro il 2023 la Regione assumerà i 1137 precari dell’era Covid

di Redazione Roma

Sottoscritto un accordo per l’applicazione del decreto Calabria che permette alle regioni di aumentare il tetto di spesa delle assunzioni del 10%. Congiuntamente a stabilizzare i 1.137 sanitari tra infermieri, Oss e medici che hanno i requisiti, Regione Piemonte investirà 58 milioni di fondi riservati al personale nei prossimi tre anni. Restano fuori gli amministrativi. Il governatore Cirio: «Il Covid ha rivelato che, senza personale dedicato, la sanità non va da nessuna parte».

Piemonte, stabilizzazione di 1137 sanitari entro il 2023

Alcune settimane fa i sanitari piemontesi erano scesi in piazza per protestare contro il governatore, Alberto Cirio, e la sua giunta regionale. Oggetto del contendere: la stabilizzazione di infermieri, Oss, medici precari, i quali durante il Covid avevano prestato servizio senza risparmiarsi e che rischiavano, in concreto, il licenziamento.

Dalle istituzioni nessuna risposta auspicata, era lo slogan condiviso, e Massimo Esposto del sindacato Fp Cgil – tra gli organizzatori del presidio a Torino dello scorso 21 aprile, dinanzi a palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte, insieme a Cisl Fp e Uil Fpl con Nursing Up, Fials e Fsi-Usae – rimarcava che alla Regione veniva chiesto di applicare il Decreto Calabria per permettere di aumentare il tetto di spesa delle assunzioni del 10%.

Ora è arrivata la svolta tanto auspicata, con tutte le parti coinvolte che esprimono soddisfazione. Nel dettaglio, l’accordo firmato da quasi tutti i sindacati – sono quelli sopracitati – prevede la stabilizzazione di 1.137 precari del comparto sanità piemontese, la proroga fino al termine del 2022 dei contratti a tempo determinato del personale sanitario e socio-sanitario in scadenza nel secondo semestre dell’anno, l’attivazione – anche per la regione governata da Cirio – del Decreto Calabria che permette lo sforamento del tetto di spesa della sanità piemontese del 10% per complessivi 58 milioni di euro fino al 2024. La percentuale è così ripartita: 2% nel 2022, 3% nel 2023 e 5% nel 2024, con assunzioni oltre l’attuale turnover. Rimangono fuori gli amministrativi.

L’annuncio dell’intesa firmata dal presidente Cirio, dall’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, dai dirigenti della sanità regionale e dai sindacati, arriva dallo stesso governatore: Il Covid ha messo a nudo che la sanità senza il personale non va da nessuna parte. La legge non consente di stabilizzare il personale amministrativo. Quindi abbiamo 1.137 che hanno le caratteristiche (sono le persone che hanno maturato al 30 giugno di quest’anno 18 mesi di servizio di cui almeno 6 nel periodo Covid): 656 nel 2022 e la parte restante nel 2023. Per Icardi si tratta di un accordo – che ufficializza anche il ritrovamento della copertura per il riconoscimento della retribuzione accessoria del personale relativa all’anno 2021 – epocale, destinato a migliorare la sanità pubblica. Osserviamo che il personale va via perché non ne può più. Oggi andiamo nella direzione giusta ma le risorse nazionali devono arrivare.

Plauso, va da sé, dalle organizzazioni sindacali. Con lo stesso Esposto, funzione pubblica della Cgil, afferma: L’intesa raggiunta costituisce un passo avanti nella lotta al precariato. Ci riteniamo soddisfatti, sapendo però che questo non è un punto di arrivo ma di partenza per rafforzare la sanità piemontese. E ancora, esprimono soddisfazione per l’accordo Alessandro Bertaina della Cisl (Abbiamo dato lavoro a persone per cui c’è grande carenza. In particolar modo un segnale ai cittadini) e Roberto Scassa della Uil (Dopo aver vissuto due anni di pandemia la necessità di avere personale era basilare). Claudio Delli Carri del Nursing Up la definisce un’intesa necessaria per la tenuta del sistema. Senza avremmo avuto seri problemi.

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