L’aggressore era un paziente in codice rosso trasferito da casa sua all’ospedale in ambulanza: aveva minacciato il suicidio. La vittima, che ha riportato un brutto ematoma periorbitale, chiede sicurezza e strumenti per l’incolumità propria e dei colleghi.
Il Veneto si prepara ad ‘armare’ il personale dei Triage con smartwatch e bodycam

Richiesti strumenti per lavorare in sicurezza e che facciano sentire gli operatori sanitari tutelati.
Un infermiere del pronto soccorso di Montebelluna, in provincia di Treviso, colpito in pieno volto da un paziente che, poco prima, aveva soccorso in casa, dopo la chiamata arrivata al 118.
È l’ultima violenza andata in scena in un pronto soccorso del Veneto, nell’ultimo fine settimana. Ora la vittima si ritrova un brutto occhio nero e molta paura per possibili future aggressioni.
Cosa è successo: la chiamata al 118 e il trasporto in ospedale
Al 118 arriva una chiamata da un codice rosso e l’ambulanza parte subito diretta alla casa del paziente, già noto alla struttura: si tratta di una persona con problemi psichiatrici e tossicologici che minacciava il suicidio. Caricato sul mezzo di soccorso, una volta arrivato in ospedale, l’uomo ha iniziato a diventare più aggressivo, prima a parole.
Poi, al momento del passaggio dalla barella dell’ambulanza a quella del pronto soccorso, quando gli è stato chiesto di spostarsi, si è girato e ha sferrato un pugno al volto dell’infermiere che era lì per aiutarlo. Solo l’intervento di altri operatori ha scongiurato il peggio.
In ospedale al lavoro con la paura: servono più tutele
Vogliamo poter lavorare in sicurezza, strumenti che ci facciano sentire tutelati
: è l’appello che l’infermiere ferito, dopo questa brutta vicenda, lancia dal Corriere Veneto. Non viene riportato il suo nome, ma solo le iniziali S.T. Fra colleghi in tanti ci siamo trovati ad avere paura
– racconta la vittima – dobbiamo sempre stare attenti, può succedere a chiunque. Credo che serva affrontare questo problema negli ospedali, che si prenda coscienza dei rischi quotidiani
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È la prima volta che l’infermiere è stato colpito così duramente da un paziente ma, spiega, situazioni di questo tipo non sono rare, soprattutto nei week end – continua – Vorrei che si facesse il possibile per evitare che succeda a qualcun altro, magari – suggerisce – si permetta agli operatori, anche durante l’uscita, di dotarsi di strumenti che possano proteggerli
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Nel 2024 in provincia di Treviso 770 aggressioni segnalate
Di fatto il fenomeno delle aggressioni è sempre più presente anche negli ospedali della provincia di Treviso: nel 2023 se ne sono contate ben 700, quasi due al giorno; nel 2024 sono salite a 770, di cui 17 fisiche. Mentre quest’anno le segnalazioni sono già decine, l’ultima in ordine di tempo è questa successa a Montebelluna.
Ulss 2: Nell’ultimo anno meno attacchi fisici, ma numerose aggressioni verbali
Cose simili non dovrebbero mai succedere
, è il commento, all’indomani dell’aggressione, del direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, Francesco Benazzi. Secondo il Dg nell’ultimo anno, nelle strutture del territorio di competenza, la violenza fisica è stata meno frequente ma il numero delle aggressioni verbali rimane importante.
Le persone devono capire che c’è una punibilità, che la denuncia arriva, che si può finire in carcere
– spiega il manager – Sono preoccupato perché questi episodi diventano fonti di stress e tensione per i lavoratori, a loro va il mio ringraziamento, per l’impegno e il coraggio di ogni giorno
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Al lavoro per introdurre bodycam e smartwatch
Tutta la Regione Veneto sta correndo ai ripari per prevenire questi fenomeni: nel Veneziano è iniziata una sperimentazione con bodycam al triage. Le strutture dell’Ulss 2 sono già attrezzate con impianti a circuito chiuso, pulsanti anti panico, carabinieri in congedo, guardie giurate, vigilanti, spiega Benazzi. Inoltre sono stati organizzati corsi per la gestione delle situazioni critiche.
Appena sarà possibile – assicura infine il Dg – aderiremo al protocollo della Regione per gli smartwatch che lanciano l’allarme immediato e se, la gara regionale ce lo permetterà, anche a quello per le bodycam, anche se i sindacati hanno rilevato problemi di privacy
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