Nurse24.it
scopri il programma della pediatric masterclass

Sindacato

Infermieri formati in Italia e ora all'estero, costo da 1 mln

di Redazione

Sono costati un milione di euro in formazione i trentamila infermieri che ora lavorano all'estero, dove sono ricercati e primeggiano perché è riconosciuto che la preparazione data in Italia è tra le migliori al mondo. Gli infermieri che emigrano all'estero ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Il fenomeno oggi fa più scalpore perché da noi adesso mancano. Il vero scandalo è lasciarsi scappare i nostri infermieri all'estero dopo averli formati a spese del contribuente italiano ed è singolare poi andarne a cercare in Paraguay, come fa l'assessore Bertolaso. Così Donato Cosi, segretario territoriale del Nursind, il sindacato degli infermieri più rappresentativo in Brianza, analizzando le ragioni che portano i colleghi a fuggire all'estero e proponendo soluzioni per ovviare alla carenza. Lì non è un paradiso, sottolinea riferendosi all'attrattiva della Svizzera, una delle mete preferite dagli infermieri in fuga. È vero che guadagni 7000 franchi al mese, il triplo che da noi, ma conviene se vivi qui e fai il frontaliero. Se vivi là il vantaggio quasi si azzera a causa dell'elevato costo della vita, rimarca.

Nursind: formazione infermieri ora all'estero è costata 1mln di euro

infermieri ospedale

È costata 1 milione di euro la formazione di 30mila infermieri che ora lavorano all'estero primeggiando.

Occorre rendere più attrattiva la professione, che servirà sempre di più a fronte dell'invecchiamento progressivo della popolazione e della mancanza di ammortizzatori sociali per chi sta a casa a curare un parente.

E servono incentivi per chi studia infermieristica, che poi si lavora con maggiore passione, sottolinea ricordando come la qualità della vita dell'infermiere, che prende in carico ed assiste gli altri, alla fine ne risente. È capitato di infermieri che, non potendone più, non solo si sono dimessi ma hanno proprio cambiato vita.

Secondo Cosi la causa della carenza sta nella cattiva programmazione. Stiamo formando poco più della metà degli infermieri che andranno in pensione entro i prossimi dieci anni, denuncia segnalando che i candidati ai bandi dei corsi di laurea quest'anno si sono ridotti nonostante fossero coperti tutti i posti.

I giovani non si iscrivono perché lo stipendio è basso, circa 1700 euro, rispetto agli studi fatti, all'impegno richiesto e alle responsabilità. E perché ne risente la qualità della vita. Ricorda che 9 infermieri su 10 fanno turni festivi e notturni.

Neppure la libera professione può essere completamente una soluzione per arginare la mancanza di infermieri, sebbene recenti norme abbiano abolito l'esclusività chi è dipendente non può esercitarla. Chi sceglie questo regime lo fa lavorando direttamente con il paziente in assistenza domiciliare o negli ambulatori infermieristici o si offre alle aziende, anche pubbliche, che li prendono soprattutto come strumentisti nelle sale operatorie, come avviene in Lombardia, spiega.

Illustra, infine, la situazione occupazionale negli ospedali della Brianza. Dopo la recente pubblicazione di bandi di concorso, si spera di riuscire ad assumere infermieri e operatori sanitari che tuttavia continuano a mancare, come in tutta la regione.

Considerando che soltanto un numero limitato di infermieri brianzoli è andato all'estero, si stima che ne manchino almeno duecento per colmare il turn over, sostituire chi lascia il posto e lavorare bene senza stressare il personale. Si segnala che c'è partecipazione ai bandi ma che spesso si tratta di colleghi che già lavorano in altre aziende sanitarie o altrove. Pertanto se vengono assunti qui si apre un buco da un'altra parte, rimarca il segretario del Nursind.

Secondo le stime del sindacato il fabbisogno all'ospedale San Gerardo sarebbe di 50-60 posti da coprire almeno per mettere una pezza alla carenza di infermieri che già era evidente prima del Covid, tuttavia, per far lavorare serenamente i colleghi già in servizio si ritiene che sarebbe opportuno bandire più posti.

Mancano inoltre una sessantina di operatori sociosanitari. Per l'Asst Brianza che comprende cinque ospedali (Vimercate, Desio, Carate Brianza, Seregno e Giussano) si conta di aggiungere ai 15 vincitori del recente concorso altri 25, scorrendo la graduatoria, così da sostituire i pensionamenti. Non sono disponibili invece dati certi sul fabbisogno di Oss.

Scopri i master in convenzione

Commento (0)