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La notte senza fine di Fabiano: ero dj Fabo, ora voglio morire

di Redazione

Attraverso la voce della fidanzata Valeria, Fabiano Antoniani si appella al Presidente Mattarella affinché intervenga sul tema del fine vita. Non sono depresso, ma non vedo più e non mi muovo più da anni. Voglio uscire da questa gabbia, fatemi morire.

Immobilizzato in una lunga notte senza fine, chiede di poter morire

Nella vita ho sempre fatto un po’ di tutto – spiega Fabiano – sono sempre stato un ragazzo molto vivace e un po' ribelle. La mia più grande passione, però, è sempre stata la musica. Così divento dj Fabo.

Sono queste le parole che aprono l’appello al Presidente della Repubblica perché intervenga sullo sblocco della proposta di legge per legalizzare l’eutanasia.

Dopo 10 anni dalla morte di Piergiorgio Welby un altro appello arriva al Quirinale affinché si arrivi ad una legge sulle scelte di fine vita.

Signor Presidente, sappiamo che non spetta a lei approvare le leggi. Le chiediamo però di intervenire affinché una decisione sia presa. Per lasciare ciascuno libero di scegliere fino alla fine

Fabiano era Fabo, entusiasta dj, appassionato di motocross e di affari da broker, fino a quando il 13 giugno 2014 sono diventato cieco e tetraplegico a causa di un incidente in macchina. Non ho perso subito la speranza però. In questi anni ho provato a curarmi – continua Fabiano - anche sperimentando nuove terapie. Purtroppo senza risultati. Da allora mi sento in gabbia. Non sono depresso, ma non vedo più e non mi muovo più.

Oggi Fabiano fa troppa fatica a parlare e affida alla voce della fidanzata Valeria il suo appello.

Arriverà alla Camera il 30 gennaio prossimo – non senza polemiche - il provvedimento sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) o Testamento biologico.

Si tratta di un testo base nato dalla sintesi delle 16 diverse proposte di legge presentate in commissione Affari sociali della Camera.

Il testo introduce nel nostro ordinamento le Dichiarazioni anticipate di trattamento, concependole revocabili e modificabili in ogni momento, prevedendo consenso informato e facoltà per il paziente di interrompere in ogni momento le cure a cui è sottoposto (compresa la nutrizione e l'idratazione artificiale), senza tuttavia comportare l'abbandono terapeutico.

Rimane dunque assicurata l'erogazione delle cure palliative, ma il medico, che dovrà rispettare la volontà del paziente, si vedrebbe esonerato da ogni responsabilità civile o penale.

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