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Lorenzin: Negli hospice veri professionisti anche umani

di Redazione

Dietro alla terapia del dolore c'è un'azione di grandissima civiltà. Parliamo tanto del fine vita e io credo che l'accompagnamento dolce e affettuoso dei sanitari, delle famiglie e anche delle terapie, in alcune fasi della vita sia non solo un dovere, ma qualcosa di molto importante. Chi purtroppo ha dovuto affrontare prove del genere sa quanto la terapia del dolore faccia veramente la differenza per i malati e per le loro famiglie. Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenendo oggi a Roma alla presentazione delle iniziative per la XVI Giornata del sollievo, promossa dal dicastero insieme alla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e dalla Fondazione nazionale Gigi Ghirotti.

Cure palliative, Lorenzin: È una legge di civiltà

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Il ministro Lorenzin durante l'intervento alla Giornata del sollievo (foto Agenzia Dire)

Quella sul dolore - ha proseguito Lorenzin - è una legge di civiltà nel nostro Paese e gli ospedali in questi anni hanno realizzato un grande lavoro, non soltanto nel realizzare i servizi, ma anche nell'organizzare gli hospice con percorsi di accompagnamento a casa, grazie al lavoro straordinario degli operatori.

Lorenzin ha poi raccontato della sua recente visita presso l'Hospice San Severino Marche: Ieri, in questo hospice, si è sposata una degente dopo tanti anni di cure. Si trova nella fase finale della sua vita e insieme al suo compagno hanno dovuto accelerare il loro matrimonio. Tutto il reparto era preso dall'evento per rendere unico questo momento. Questo per dire che ci sono storie bellissime di quotidianità dei nostri operatori, che sono formati in modo straordinario.

Ma al di là della formazione tecnica, ha tenuto a sottolineare il ministro, da parte degli operatori c'è un lato umano che nessuno ti può dare e che deriva anche dal fatto di non rimanere indifferenti e di non crearsi la scorza, anche se sarebbe la cosa più facile da fare. E invece queste persone si fanno invadere dai rapporti e dalle relazioni. Credo allora che questo sia un esempio straordinario di quello che noi sappiamo e possiamo fare, e nei momenti più difficili dovremmo ricordarcelo tutti. Uno dei privilegi di essere ministro della Salut - ha infine concluso- è di avere un contatto quotidiano con una parte della vita che altrimenti non avrebbe la giusta priorità.

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