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Sovraffollamento e carenza infermieri: mobilitazione al carcere Sant'Anna

di Redazione

Nell’ultimo anno il numero di detenuti della casa circondariale Sant'Anna è quasi raddoppiato a fronte del calo dei sanitari chiamati ad occuparsene, rimasti in 14 su oltre 600 ‘ospiti’. La denuncia del sindacato Fp-Cgil: nella struttura ambiente insalubre, al limite della decenza, mentre tra il personale aumentano gli infortuni e le dimissioni volontarie.

Dall’Ausl solo promesse non mantenute, stop agli straordinari

carcere infermieri

È critica la carenza di personale sanitario al carcere Sant'Anna di Modena.

Il sovraffollamento carcerario è un enorme problema non solo per chi vive dietro le sbarre, ma anche per chi ci lavora.

A gettare luce sulla condizione degli infermieri assegnati alle prigioni, carenti ed esasperati, è la Fp-Cgil di Modena che spiega i motivi per cui è stato annunciato lo stato di agitazione, in particolare alla casa circondariale Sant’Anna della città emiliana.

Enormi criticità sul tema salute e sicurezza

Gli operatori sanitari in servizio a quella struttura infatti da ormai più di un anno vivono la carenza del personale rispetto a una popolazione di detenuti che è sostanzialmente raddoppiata. Dati alla mano, fino ai primi mesi del 2024 i 400 detenuti erano seguiti da 19 infermieri, mentre oggi con più di 600 detenuti ci sono appena 14 sanitari, rivela il sindacato.

A fronte di questi numeri si registrano dunque enormi criticità sul tema salute e sicurezza: un ambiente insalubre, umido, poco accogliente e al limite della decenza. Inoltre, prosegue la Fp-Cgil, gli spazi per le attività sono inadatti ed esigui per il servizio e questi aspetti si riverberano inevitabilmente sul personale, con continui infortuni e con numerose dimissioni volontarie.

Dall’Ausl Modena nessuna risposta

Malgrado le sollecitazioni del sindacato a cambiare le cose, da parte dell'Ausl di Modena non è arrivata alcuna risposta: di qui la decisione di aprire lo stato di agitazione, preannunciando il blocco degli straordinari, di orari supplementari, delle aggiuntive e di ogni forma di flessibilità, puntualizzano i sindacalisti.

Con l'azienda sanitaria – spiega Giulia Casamassima, responsabile Sanità della Fp-Cgil modenese – abbiamo cercato di affrontare queste criticità, ma oltre alle promesse, nulla si è visto in concreto.

Tra i suggerimenti indicati dal sindacato: la creazione di un sistema incentivante per gli infermieri in organico che potesse anche stimolare altri professionisti a decidere di prestare la loro attività nella Casa circondariale di Modena – illustra Casamassima – ma nulla ci è stato presentato.

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