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Paesi europei offrono fino a 4mila € e cercano infermieri italiani

di Redazione

Specializzazione è la parola che accomuna le politiche sanitarie di Svizzera, Germania, Olanda e Norvegia. Gli ospedali pubblici cercano infermieri strumentisti, infermieri di sala operatoria, infermieri pediatrici, infermieri che abbiano lavorato in neurologia ed infermieri esperti in terapia intensiva e reparti di emergenza-urgenza. Questi paesi hanno alzato decisamente il tiro delle proprie proposte economiche, aumentando vertiginosamente il gap con l'Italia, che a livello di retribuzioni per i professionisti dell'assistenza non si è mossa di un solo millimetro negli ultimi anni. Così Antonio De Palma, presidente di Nursing Up, presentando i risultati di una recente indagine condotta dal sindacato sulla panoramica aggiornata delle offerte di lavoro nel vecchio continente.

Indagine sindacato infermieri Nursing Up su rilancio sistemi sanitari

infermieri strumentisti

Svizzera, Germania, Olanda e Norvegia ricercano infermieri specializzati alzando il tiro delle proposte economiche.

Negli ultimi due anni è cresciuta in tutta Europa la richiesta di infermieri italiani, che risultano i più graditi, sottolinea De Palma riportando i dati delle principali agenzie di lavoro con cui Nursing Up è in contatto, presso le quali gli infermieri italiani presentano le proprie candidature per andare a lavorare all'estero e che confermano la tendenza al deciso riconoscimento delle loro competenze e del loro valore professionale. C'è sempre la convinzione di essere di fronte ad infermieri con una marcia in più, precisa.

L'Europa, a differenza dell'Italia, pare aver compreso davvero quale sia la strada da percorrere per rilanciare i propri sistemi sanitari ed elevare il livello delle cure: le parole d'ordine sono talento e specializzazione, spiega.

Rinforzare numericamente gli organici degli ospedali pubblici e garantire maggiore efficienza al di fuori delle proprie strutture ospedaliere ossia negli ambulatori pubblici territoriali che garantiscono servizi essenziali come le cure domiciliari. Sono gli obiettivi strategici messi in atto dai paesi europei per puntare al rafforzamento dei propri sistemi sanitari nazionali.

Per farlo occorre affrontare in maniera decisa, contrariamente all'Italia, la piaga della carenza dei professionisti sanitari.

La qualità delle prestazioni sanitarie, ovunque, può essere garantita solo dagli uomini e dalle donne con solide competenze, capaci di gestire elevate responsabilità e vincere le nuove sfide della salute globale, ammonisce sottolineando come gli altri Paesi, alla continua ricerca di personale altamente formato, lo abbiano trovato in Italia.

La Germania offre agli infermieri specializzati soprattutto in terapia intensiva e stroke unit uno stipendio di 3500 euro netti esclusi straordinari, un corso di lingua gratuita, alloggio convenzionato ad un prezzo molto basso offerto dall'ospedale.

L'Olanda propone, anche agli infermieri neolaureati, uno stipendio di 2800 euro mensili netti e contratti di 18 mesi rinnovabili. Svizzera e Norvegia avanzano proposte economiche di un altro pianeta, assicura De Palma osservando le offerte emerse dalla ricerca sul mercato del lavoro.

Illustra che un infermiere che lavora nel Ticino può arrivare sino a 4500 euro netti mensili, in città come Lugano e Mendrisio a due passi dall'Italia. Immaginate quale possa essere la legittima tentazione per un infermiere lombardo. Spiega che la Norvegia offre 60 mila euro annui, con alloggio e bollette pagate. Non sono pochi i giovani professionisti della sanità italiana che hanno scelto di lavorare nella terra dei fiordi.

Così, mentre il divario con gli stipendi italiani è aumentato vertiginosamente, la migrazione degli infermieri italiani non si arresta e la carenza non viene risolta con politiche sanitarie adeguate ed interventi strutturali, l'Italia continua paradossalmente a formare ed assicurare infermieri per gli altri Paesi Europei, ritrovandosi con organici depauperati ed incapace di soddisfare il fabbisogno dei propri ospedali.

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