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Infermiere

Nega l'ingresso in reparto fuori orario e viene preso a pugni

di Pino de Martino

Ennesima aggressione in un ospedale a Palermo. Vittima della violenza, tanto per cambiare, un infermiere di 45 anni del reparto di Oncologia del Civico. Il sanitario è stato aggredito ieri sera dal parente di un paziente ricoverato nel reparto.

Pugno all'infermiere, aveva negato l'ingresso in reparto fuori orario

sala d'attesa di un ospedale

L'aggressione all'infermiere è avvenuta all'Ospedale Civico di Palermo, il nono episodio in due mesi

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, a scatenare la rabbia dell'uomo sarebbe stato il rifiuto dell'operatore di farlo entrare in reparto fuori dall'orario delle visite.

Secondo la ricostruzione offerta dai presenti, l'uomo avrebbe insistentemente chiesto di entrare, nonostante l'ora non lo consentisse. Il litigio, prima le urla e poi il colpo al volto sferrato alla presenza di un bimbo tenuto per mano dallo stesso aggressore.

L’infermiere è stato portato al Pronto soccorso dove ha ricevuto le prime cure. Poi il referto dei medici che gli hanno diagnosticato un trauma facciale. La polizia ha iniziato a indagare per identificare l’aggressore. Si tratta del nono episodio di violenza in circa due mesi.

L'emergenza sembra non sia ancora stata debellata nonostante il piano sicurezza contro le aggressioni ai sanitari in ospedale messo a punto dall'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.

Neppure i provvedimenti di contrasto e il rafforzamento dei controlli da parte delle forze dell'ordine dopo la riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza in prefettura sembrano poter scongiurare il ricorso alla violenza nei luoghi di cura.

L'unica speranza rimasta è che il progetto predisposto dalla Regione Sicilia entri presto in funzione. L'Ente guidato dal Presidente Nello Musumeci punta di creare in tutti gli ospedali pubblici della Sicilia la figura del bed manager, ovvero un direttore dei posti letto addetto esclusivamente alla sistemazione alberghiera all'interno dell'ospedale e che coordina i ricoveri e lo smistamento dei pazienti nei reparti per evitare che sostino più del dovuto nelle aree di emergenza, limitando così le situazioni di conflittualità. Una figura già sperimentata con successo da tempo in Europa e al Nord. Ma che per realizzarla occorreranno non meno di sei mesi, volendo essere ottimisti.

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