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Stop transitorio all’incompatibilità, Fials non ci sta

di Redazione Roma

La Camera dei deputati ha convertito in legge il Dl n. 127/2021. Il riferimento è all’articolo 3-quater che esprime una norma transitoria, valida fino a conclusione dello stato di emergenza pandemica: si parla di farsa sullo stop (transitorio) all’incompatibilità prevista dalle norme sull’esclusività dei lavoratori pubblici. Il segretario generale Fials, Carbone: Si può, anzi si deve, fare molto meglio.

Fials: stop transitorio all’incompatibilità, una farsa

Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde Covid-19 e il rafforzamento del sistema di screening. È il decreto legge n. 127 del 21 settembre 2021 che la Camera dei deputati ha convertito in legge. Ma la Fials, attraverso un comunicato, parla di farsa sullo stop – transitorio – all’incompatibilità prevista dalle norme sull’esclusività dei lavoratori pubblici. Prendendo il là, appunto, dall’articolo 3-quater, che esprime una norma transitoria (nel caso specifico, valida fino alla conclusione dello stato di emergenza epidemiologica).

Allo stato attuale – spiega la Fials – i lavoratori impegnati nel settore pubblico non possono lavorare altrove. Se non in nero. Un’incompatibilità che ha dell’irragionevole e su cui ci si è resi conto dei limiti solo in pandemia. La campagna vaccinale non l’avremmo portata a termine, senza deroghe, per dirla chiara. Oggi il sistema è al collasso e dunque finalmente si prende in considerazione l’ovvio: lasciare liberi i professionisti di esercitare, legalmente, in sicurezza, senza ledere all’azienda che li ha assunti.

Fials: norma transitoria, come sventolare un fantoccio 

Da parte sua, Fials solleva – punto per punto – una serie di criticità: Inserire la norma transitoria di 4 ore settimanali fino a fine stato di emergenza (31 dicembre 2021) in una legge che se va bene verrà licenziata il 20 novembre vuol dire sostanzialmente sventolare un fantoccio. E ancora, per avere l’autorizzazione dell’azienda possono passare pure 15 giorni. Infine, quattro ore settimanali non coprono neppure un turno, quindi come sperano venga utilizzato il tutto?. È amaro il commento del segretario generale della Fials, Giuseppe Carbone: Di fatto non viene realizzata la fine (né una reale sospensione) dell’incompatibilità, cosa che danneggia i professionisti della sanità. Ma non permette neanche alle aziende il recupero delle liste d’attesa, né di supplire alla cronica carenza di infermieri. E non alleggerisce il peso sulle Rsa. Certo, “festeggiamo” lo spiraglio di luce per lo stop al vincolo di esclusività ma si può, anzi si deve, fare di meglio.

Giornalista
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