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Infermiere offre 20.000 euro per un cambio Milano - Napoli

di Redazione

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Caro Direttore,

ho sempre raggiunto i miei obiettivi nonostante le difficoltà. La voglia di crescere, di maturare, di fare nuove esperienze mi ha portato lontano dalla mia famiglia, amici, paese subito dopo il liceo. Scelta che non mi pentirò mai di aver fatto. La laurea a Firenze, le esperienze a Dublino, il lavoro a Liverpool, i tanti concorsi pubblici superati, prima a Padova poi a Milano. Non ho avuto dubbi su quale dovesse essere il mio percorso, mai un’indecisione davanti a un bivio. Ma manca ancora un tassello, forse quello fondamentale, il più importante. E se qualcuno mi dovesse domandare “qual è il tuo più grande desiderio?” io saprei cosa rispondergli, adesso.

Il lavoro sta dividendo le famiglie, un po’ come succedeva durante le guerre. Un tempo si partiva e se si sopravviveva si ritornava a casa. Oggi, noi giovani meridionali, ci stiamo convincendo di non poter più ritornare a casa anche se vincitori. La colpa? Di uno Stato, di una politica regionale sempre più disinteressata ai cittadini e soprattutto verso chi per lo Stato ci lavora. Al Sud il blocco del turnover ha fatto versare lacrime a tanti infermieri, medici e altri operatori a causa dell’amore che quest’ultimi hanno per la propria terra e famiglia.

 

In Campania, la mobilità espletata dall’Asl Na2 e quella prossima al Ruggi di Salerno ha fatto emergere un dato sconfortante per chi ancora ci spera di ritornare alle proprie origini. Circa 2000 gl’infermieri pronti e desiderosi di trasferirsi presso i nosocomi campani. E stando al passo della politica attuale, non basterebbero 10 anni di sblocco totale per far rientrare duemila infermieri in regione. Pessimismo? Io credo che questa sia la realtà attuale. Ma la soluzione non è aspettare. Che la battaglia abbia inizio!

 

Negli ospedali partenopei, la grave carenza di personale viene sopperita con l’assunzione di personale non formato tramite agenzie di lavoro che fanno affari d’oro con la sanità locale. Più ci pensi e più la rabbia fa coagulare il tuo sangue nelle vene, più il tuo sudore sulla fronte diventa gelido. I sindacati e sindacalisti sono una piaga, non hanno interessi a scontrarsi su questo disagio sociale che vivono i dipendenti in sanità. Difendono solo gli interni affinché il numero degli iscritti sia sempre in crescita così come il loro potere. Una dimostrazione evidente? 20 novembre 2013 alla manifestazione di infermieri disoccupati e precari a Montecitorio nessuna sigla sindacale presente, anzi una: Nursind con il suo segretario.

 

Il mio desiderio? Ritornare nella mia Napoli a qualsiasi costo. E se dovessi quantificare in euro questo desiderio direi 20.000.

 

Non rinuncerei nemmeno a un’offerta da 25.000. Esagerato? Facciamo 30 mila e torno a casa.

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