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Oltre la professione

Cecchi Paone al TG4 fa un "minestrone" sugli Infermieri

di Angelo

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Occorre un incontro urgente tra la Federazione Nazionale Collegi IPASVI e l'Ordine Nazionale dei Giornalisti: ora basta!

MILANO. Alessandro Cecchi Paone dovrebbe essere formato ed informato su cosa fa l'Infermiere. Oramai è chiaro che è in corso un attacco mediatico alla nostra professione ed è giunto il momento che la Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI contatti l'Ordine Nazionale dei Giornalisti. La misura è colma.

Utilizziamo i fondi della Federazione per pubblicizzare la nostra professione sui principali quotidiani, tv, radio e siti internet, perché è giunto il momento di fare chiarezza.

L'appello di Nurse24.it è rivolto direttamente al presidente IPASVI Barbara Mangiacavalli e a tutta la direzione nazionale della Federazione.

Mangiacavalli durante l'intervento in diretta a Tagadà il 29 marzo scorso.

A Mangiacavalli (IPASVI) ora chiediamo di intervenire sull'Ordine Nazionale dei Giornalisti, la misura è colma!

Dopo i finti "casi" sollevati da La7 (Tagadà), Raiuno (Porta a Porta), Canale 5 (Mattino Cinque) ora arriva quello del TG4 targato Cecchi Paone (telegiornale del 7 aprile 2016, ore 19.00) che resuscita un "Giuramento degli Infermieri" che quasi nessuno conosce e che di fatto si studia nei Corsi di Laurea in Infermieristica quando si parla della fondatrice della professione, ovvero dell'inglese Florence Nightingale.

Il "Giuramento", che qui sotto riportiamo, risale al 1893 e fa riferimento ad un'epoca storica molto lontana dalla nostra. Nel frattempo la professione è cambiata e da "semplice serva dei medici" è diventata matura, dotandosi di una propria scienza e di propri spazi assistenziali di autonomia e competenza.

Cecchi Paone dimentica, o non sa, che nel 2009 è stato emanato l'ultimo aggiornamento del Codice Deontologico dell'Infermiere, composto da 51 articoli e dalle disposizioni finali.

Il Codice va oltre ogni giuramento, perché si rifà alla Carta Universale dei Diritti dell'Uomo, vincola l'Infermiere a pensare e ad agire secondo dei principi morali, sociali, economici e culturali ben definiti e sanciti dalla Costituzione Italiana. Si tratta di un patto esplicito dei professionisti con la società ed è il più importante atto di autoregolamentazione le cui fonti normative remote si basano su norme chiare e bene delineate.

Per esempio l'art. 9 recita che "L'Infermiere, nell'agire professionale, si impegna ad operare con prudenza al fine di non nuocere".

Il Codice Deontologico degli Infermieri è elaborato in seno alla professione stessa e, successivamente, è recepito dal Legislatore (quindi assume forza di Legge, fissa le norme dell'agire professionale e definisce i principi-guida che strutturano il sistema etico in cui si svolge la relazione con l'assistito).

I principi etici che regolano la professione, caro Cecchi Paone, sono:

1) il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo;

2) la salute intesa come bene fondamentale dell'individuo e interesse della collettività;

3) tutte le persone hanno diritto ad uguale considerazione;

4) l'Infermiere agisce tenendo conto dei valori religiosi, ideologici, etici, culturali, etnici e sessuali dell'individuo.


Caro Alessandro, te lo scrivo anche da collega giornalista, il termine "Deontologia" vale pure per te. Ti ricordo che è composto dai termini greci "to déon" (ciò che va fatto) e "logos" (discorso) ai quali si aggiunge anche "éthos" (comportamento) e fu scelto da Jeremy Bentham per designare l'etica privata contrapposta a quella pubblica. Non è un Codice deontologico esso stesso un giuramento?

Esiste una sorta di "Giuramento" che circola in alcuni ambienti IPASVI e si tratta più che altro di una forma scenografica destinata ai neolaureati (http://www.ipasvi.fr.it/giuramento-degli-infermieri/) che comunque è molto distante da quella citata da Alessandro Cecchi Paone.

* * *

Il giuramento "Florence Nightingale" per le infermiere (1893)

Prometto davanti a Dio, in presenza di questa assemblea, di vivere degnamente e di esercitare fedelmente la mia professione.

Mi asterrò da tutto ciò che può nuocere e non prenderò, né somministrerò consapevolmente alcuna droga nociva.

Farò tutto ciò che è in mio potere per elevare il livello della mia professione e farò uso riservato di tutte le informazioni personali che mi verranno confidate, nonché di tutte le situazioni familiari di cui sarò venuta a conoscenza nell'esercizio della mia professione.

Aiuterò lealmente il medico nel suo lavoro e mi dedicherò al servizio di coloro che mi verranno affidati per l'assistenza.

(redatto da un Comitato speciale, Scuola Farrand dell'Ospedale Harper, Detroit, 1893)

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