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Codice Deontologico dell'Infermiere, se n'è discusso a Rovigo

di Redazione

RovigoIpasvi

Nell'ambito della settima di festeggiamenti organizzati dal locale Collegio IPASVI per la nascita di Florence Nightingale. Video-saluto di Barbara Mangiacavalli.

ROVIGO. In Veneto si è festeggiati per una settimana intera la nascita di Florence Nightingale (12 maggio 1820), la fondatrice dell'Infermieristica moderna. Ad organizzare gli eventi informativi, formativi e ludici ci ha pensato il Collegio IPASVI di Rovigo, presieduto da Marco Contro.

La “Settimana dell’Infermiere” si è conclusa qualche giorno fa con un pubblico incontro presso sala Convegni della Casa di Cura “Città di Rovigo”, dove si è ampiamente parlato di deontologia, dell'articolo 49 del C.D. e della identità professionale. Una chiusura in grande stile visto che la sala Convegni della struttura ospedaliera cittadina, che ha patrocinato l’evento, è risultata gremita di professionisti della categoria e uditori esterni.

A testimonianza della rilevanza del tema affrontato, il Codice deontologico dell’infermiere, hanno presenziato anche altre autorità Ipasvi, da Treviso il presidente Elva Massari e il vice presidente Maria Luisa Buffon, da Pavia il presidente Michele Borri.

Presente in aula con un vide-saluto anche la presidente della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI, Barbara Mangiacavalli, che ha plaudito all'evento che di fatto si inserisce nel solco del programma di revisione del Codice deontologico che la Federazione nazionale ha attivato: "è un’iniziativa che ben si sposa e ben collima con il percorso che la Federazione ha avviato affinché il nostro strumento più importante per l’esercizio professionale possa essere poi veramente diffuso e fatto proprio da ogni singolo infermiere".

Come precisato dal presidente Mangiacavalli, il programma che porterà alla revisione del Codice si compone di alcune fasi. Un primo passaggio consiste in un gruppo di lavoro che, allo stato attuale, si sta occupando della rilettura del Codice.

Questo documento verrà poi trasmesso a tutti i Collegi provinciali per apportare ulteriori considerazioni e valutazioni. Ci sarà quindi un momento in cui i Collegi potranno esprimere le proprie analisi attraverso una consultazione sul portale della Federazione.

L’incontro di sabato 14 maggio è stato ottimamente moderato da Roberto Roccaro, responsabile del personale della Casa di Cura “Città di Rovigo”, il quale ha sottolineato l’importanza del ruolo infermieristico nella sanità: “non deve esserci un confronto tra quale professione è più importante o conta di più ma dobbiamo avere la forza per far sì che la professione infermieristica sia riconosciuta come tale. Ormai i tempi sono maturi, il motore del cambiamento è stato avviato ed è quindi giunto il momento di prenderci quello che fino ad oggi è rimasto solo sulla carta: la responsabilità del processo assistenziale”.

Dopo i saluti introduttivi, il corso Ecm è entrato nel vivo con le relazioni dei due docenti, ovvero il presidente Marco Contro e il consigliere Sandra Rizzatello, rappresentanti del Direttivo Ipasvi di Rovigo.

“Il Codice deontologico per la nostra professione – ha dichiarato il presidente Marco Contro – è come la Costituzione italiana per il nostro Stato. Come Collegi non possiamo disapplicare uno o più articoli che lo compongono perché c’è il rischio di ritrovarsi in un far west normativo. Certo, il Codice è perfettibile come lo è la mente umana ma è chiaro che, finché l’articolo 49 c’è e finché tale documento che governa la professione è in vigore, va applicato. Giusto che vi sia un dibattito attorno al tema ma che sia costruttivo e non solo focalizzato su un punto. Ritengo, inoltre, che tale dibattito debba avvenire in sede istituzionale non nei social. Ringrazio il presidente Barbara Mangiacavalli per il video-saluto che ci onora. Il nostro intento è anche quello di confrontarci con i colleghi sugli aspetti del Codice che possono essere migliorati al fine di rappresentare i pensieri e le riflessioni dei quasi 2mila infermieri di Rovigo”.

“L’infermiere – ha affermato il consigliere Sandra Rizzatello – deve ricordarsi che ha scelto una professione che, fra i tanti aspetti, consiste nel rispondere ai bisogni di salute del cittadino. Ma cosa significa essere infermieri? Significa vivere le esperienze di chi soffre, capire le emozioni altrui, pensare che siamo professionisti che potremmo improvvisamente ritrovarci dall’altra parte dello specchio con tutte le preoccupazioni e le paure che naturali sorgono. Per questo non dobbiamo temere di affrontare argomenti come la morte o il dolore che fanno parte del ciclo della vita. Dobbiamo sempre offrire la nostra professionalità che è imprescindibile dall’umanità che ognuno di noi ha. Anche questo significa essere infermieri. I corsi devono essere momenti di partecipazione e confronto nei quali si instaura un rapporto di interscambio professionale”.

La giornata di sabato si è chiusa con la performance magistrale di Marco Silvestrini, attore e registra teatrale, nonché infermiere, che ha narrato le voci di diversi professionisti della salute che hanno voluto trasmettere le loro esperienze e le loro emozioni alla

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