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Area medica

Complicanze vascolari post-PTCA, esposizione di uno studio infermieristico

di Vladimir Guluta

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Diversi protocolli sul uso dei farmaci antiaggreganti ed antitrombotici utilizzati nell’ambito delle procedure di angioplastica coronarica percutanea (PTCA) possono aumentare il rischio delle complicanze vascolari. Un gruppo di infermieri ricercatori ha studiato questo problema e pubblicato i risultati nel Journal of Cardiovascular Nursing nel 2010.

Lo scopo di questa ricerca è stata quella di identificare quali sono i fattori predittivi di complicanze vascolari post rimozione dell’introduttore dopo le procedure di PTCA. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20357666

Sono stati arruolati 413 soggetti durante un periodo di 7 mesi. Sono state prese in considerazione le seguenti variabili: il tipo di farmaco utilizzato, l’intervallo della rimozione dell’introduttore, ed il metodo utilizzato per la rimozione. Le complicanze sono state ematomi, sanguinamento locale, incidenza del pseudo aneurisma, incidenza della fistola arteriovenosa e la trombosi.

Dei 413 pazienti arruolati nello studio, 68 (16,5%) hanno presentato una delle suddette complicanze. Sessantaquattro (15,5%) ha sviluppato un ematoma ( con diametro inferiore ai 5 cm di diametro in 35 e superiore ai 5 cm in 29 pazienti, cioè nel 8,5% e rispettivamente nel 7,0% dei pazienti).

Negli altri, 6 (1,5%) hanno presentato un sanguinamento locale, 4 (1,0%) una fistola arteriovenosa, a 3 (0,7%) un pseudoaneurisma. Non si sono verificate differenze tra i metodi utilizzati (compressione manuale, compressione con C-clamp, oppure i sistemi di chiusura intravascolare).

I pazienti con più alta probabilità di sviluppare una complicanza vascolare sono stati quelli con la più alta pressione sistolica e quelli più anziani (66 vs 63 anni). I pazienti più anziani e gli ipertesi devono avere un’accurata rimozione dell’introduttore ed essere sorvegliati e monitorati più attentamente per le complicanze vascolari.

Continuando la ricerca in questo campo, nel 2012 gli stessi Autori sottolineano in un’altra loro pubblicazione (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23027788 ) quanto importante sia il lavoro svolto da infermieri ben addestrati nel riconoscere le complicanze vascolari delle procedure percutanee. Sono loro che identificandole prima possibile aiutano ad intervenire in tempi brevissimi e quindi con ottimi risultati.

Autori dello studio: Sulzbach-Hoke, Linda M.; Ratcliffe, Sarah J.; Kimmel, Stephen E.; Kolansky, Daniel M.; Polomano, Rosemary

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