La squadra del nuovo Consiglio Superiore della Sanità messa in campo ha molte potenzialità, anche se il contesto cui dovrà riferirsi – il sistema paese e quello sanitario – non sembra in buone condizioni. La squadra di esperti del CSS appare insomma come i residenti della fortezza Bastiani – creata dalla fantasia narrativa di Dino Buzzati - circondati dal vuoto angosciante del deserto dei Tartari.
Css, la squadra messa in campo ha molte potenzialità
Nei giorni scorsi sono stati eletti i trenta membri non di diritto del Consiglio Superiore della Sanità, organo consultivo del Ministero della Salute ed importante punto di riferimento scientifico a livello nazionale.
La scelta fatta segue le polemiche delle settimane scorse che ha visto i fronteggiamenti fra la Ministra Grillo ed il precedente Consiglio ed anche altre personalità del mondo sanitario. Dall’Istituto Superiore di Sanità si erano dimessi Walter Ricciardi (Presidente), Giuseppe Remuzzi (componente del CDA), Armando Santoro e Francesco Vitale (membri del comitato scientifico) e nei mesi precedenti se n’erano andati Stefano Vella (Presidente dell’Aifa), mentre il Direttore Generale dell’Agenzia del farmaco, Mario Melazzini, non era stato rinnovato nella sua carica.
Avvicendamenti che qualcuno ha liquidato – con qualche punta di malignità – come proprio di un meccanismo, noto come spoil system, più o meno accreditato, più o meno giusto, funzionale a mettere nei posti chiave figure ritenute importanti non solo sul piano scientifico ma anche, in relazione alle prospettive politiche poste dalla contingenza.
Del resto la revoca dei consiglieri del precedente CSS era stata seguita da una verifica fatta con tanto di lista delle caratteristiche dei possibili candidati. Verifica tacciata dalle opposizioni come una vera e propria lista di proscrizione in cui, più che il merito, andava messa in evidenza la fedeltà.
Insomma la squadra messa in campo ha molte potenzialità, anche se il contesto cui dovrà riferirsi – il sistema paese, e quello sanitario – non sembra in buone condizioni. In sintesi, le discipline e le professioni, ed ancor più i bisogni che il CSS rappresenterà, hanno qualche problema.
Le indicazioni scientifiche che cercheranno di modellare in maniera virtuosa, i comportamenti e le prospettive politiche, le scelte organizzative e i cambiamenti professionali, si dovranno scontrare con un mondo in cui le fake news, corporativismi, speculazioni elettorali e corruzione minano continuamente risorse umane, relazionali ed economiche.
La continua perdita di posti di lavoro, in sanità e nella società, aumenta l’affanno dei professionisti e l’impatto negativo dei determinanti della salute. In un paese in cui sistematicamente si tagliano i fondi per l’istruzione pubblica e il SSN, con l’avanzare di appalti e subappalti di ogni genere a detrimento dei servizi sul territorio, qualsiasi contributo della ricerca e qualsiasi sviluppo della scienza, rischiano di restare chiusi in una torre d’avorio in cui albergano pochi eletti, mentre fuori infuria un’apocalisse di stupidità barbarica.
La squadra di esperti del CSS appare insomma come i residenti della fortezza Bastiani – creata dalla fantasia narrativa di Dino Buzzati - circondati dal vuoto angosciante del deserto dei Tartari.
All’interno della fortezza vi sono militari di diversa provenienza, molti preparati, qualcuno esiliato, altri alle prime armi. Tutti in cerca di un moto di riscatto da conquistare al momento opportuno quando i sacri confini dell’Impero verranno violati.
Fino a quel momento ci si consuma in un’attesa infinita di fronte al vuoto assoluto, in uno stillicidio di speranze, saperi, passioni e idee.
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