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Testimonianze

Eneida, Infermiera neo-laureata: "il Burnout è troppo trascurato tra i colleghi"

di Angelo

EneidaBushi

Si è laureata in Infermieristica nel novembre 2015 presso la sede di Ravenna (Università di Bologna) con una tesi su "Il burnout nella professione infermieristica: revisione sistematica della letteratura".

RAVENNA. Studiare per diventare Infermiera, lavorare, farsi riconoscere come Italiana pur avendo origini albanesi, farsi apprezzare per la propria professionalità e per il proprio sapere scientifico. Sono queste alcune prerogativa di Eneida Bushi, 23 anni, laureatasi in Infermieristica nel novembre 2015 presso la sede di Ravenna (Università di Bologna) con una tesi su "Il burnout nella professione infermieristica: revisione sistematica della letteratura".

"Nel mio lavoro di ricerca - ci spiega Eneida - ho analizzato prevalentemente gli infermieri dell'ambito oncologico".

Con lei abbiamo fatto una lunga chiacchierata, vediamo cosa e come ha risposto alle nostre domande.

EneidaBushi2

Eneida Bushi si è laureata in Infermieristica nel novembre 2015 a Ravenna.

Quali difficoltà, anche di tipo linguistico, hai riscontrato iscrivendoti al corso di laurea in Infermieristica?

Iscrivendomi al corso di laurea in Infermieristica non ho riscontrato particolari difficoltà, rappresenta però sicuramente un corso che richiede una certe predisposizione personale per poter essere affrontato. Non tanto per la difficoltà in se degli esami, che seppur sono tanti io personalmente non ho avuto difficoltà a prepararli, ma quanto per l’intensità del corso e il tempo da dedicargli. Bisogna, infatti, essere in grado di conciliare lezioni, sessioni d’esame e tirocini che si susseguono l’un l’altro senza periodi di pausa.

Cosa cambieresti da punto di vista didattico nella università che hai frequentato?

Tutto sommato sono abbastanza contenta degli insegnamenti ricevuti nella mia università. Se dovessi cambiare qualcosa, probabilmente rimuoverei determinate materie che a causa delle poche ore (12 ore) dedicategli vengono trattate molto superficialmente, sostituendole con ulteriori ore di tirocinio oppure di laboratorio.

Durante i tirocini in Ospedale hai trovato difficoltà nell’inserimento? I tutor clinici ti seguivano?

In quasi la totalità dei reparti che ho frequentato ho sempre trovato personale molto ben disposto nei confronti di noi studenti, quindi ho potuto imparare tanto. Per quanto riguarda i tutor clinici, è un po’ relativo, nel senso che ci sono stati reparti in cui sono stata maggiormente seguita altri meno. Però diciamo che per fortuna tra i tanti reparti che ho girato, è stato solo uno quello di cui non ho avuto una buona esperienza in quanto già non c’era una buona collaborazione tra gli infermieri e quindi anche noi venivamo poco considerati e li ho sentito di aver imparato poco.

Hai scritto una bella tesi sul Burnout: credi che il fenomeno sia trascurato tra gli infermieri e i loro dirigenti?

Si, purtroppo anche scrivendo l’elaborato di tesi, è emerso che il fenomeno del burnout tra gli infermieri sia ancora poco considerato. Forse secondo il mio parere anche dato dal fatto che il fenomeno richiede ulteriori indagini, perché attualmente le ricerche scientifiche presenti mostrano spesso anche risultati discordanti tra loro.

In italia c’è una crisi occupazionale senza precedenti, solo il 65% degli Infermieri neo-laureati riesce a trovare lavoro stabile entro 12 mesi. Se non trovassi lavoro qui da noi saresti disposta a trasferirti in Inghilterra o in Germania?

Si sarei disposta; infatti, in questo periodo sto iniziando a studiare la lingua inglese perché sto valutando l’idea di trasferirmi all’estero tra un paio di mesi se qui non dovessi trovare un’occupazione anche se la speranza di rimanere qui non nego ci sia. Inizialmente ero indirizzata verso l’Inghilterra, ma dato l’inserimento del test di sbarramento della lingua inglese lo IELTS per l’iscrizione al collegio degli infermieri inglesi, sto valutando l’Irlanda o anche la Germania potrebbe essere un’alternativa.

Ecco la sua TESI sul BURNOUT.

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