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Il silenzio della mente saggia

di Camilla Vicini

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RIMINI. Vi siete mai accorti del fatto che la nostra mente non tace mai? Ponete per un attimo attenzione al vostro stato interiore: coglierete un dialogo incessante tra ricordi, desideri, aspirazioni, giudizi, confronti, una voce interiore che non smette mai di commentare, pretendere, criticare e che vi distrae dal vivere pienamente il momento presente. Il presente, il “qui ed ora”, l’unica dimensione realmente esistente, a differenza del passato e del futuro che esistono solo nei nostri pensieri.

 

Molte persone non arriveranno mai ad accorgersene, travolte come sono dalle loro emozioni e dai pensieri che esse generano e da cui sono generate, imprigionate in circoli viziosi puramente cerebrali, a discapito della loro serenità, della qualità delle relazioni , del proprio benessere.

 

Questa condizione diviene ancora più evidente in stati patologici come la depressione, in cui la “ruminazione”, un inarrestabile susseguirsi di pensieri relativi ai propri problemi, alle presunte “colpe”, non fanno altro che incrementare tristezza e disperazione.

 

La tradizione buddhista della meditazione vipassana (chiara visione) ci insegna la pratica della consapevolezza, non una semplice tecnica, ma un modo di essere, di vivere coltivando uno stato mentale appunto di consapevolezza che diviene la strada per liberarsi dalla sofferenza e dal disagio esistenziale, condizioni considerate peraltro connaturate all’esistenza umana.

 

Il primo ad introdurre le pratiche meditative all’interno di percorsi di cura per ridurre il dolore e la sofferenza emotiva è stato Jon Kabat-Zinn, un biologo che negli anni 70 fonda la prima “Clinica per la riduzione dello stress basata sulla coltivazione della Consapevolezza” e mette a punto il programma “Mindfulness Based Stress Reduct” (MBSR).

 

Cosa significa nel concreto praticare la mente consapevole? Significa instaurare una diversa esperienza con se stessi e il mondo attraverso uno stato mentale intenzionale, fatto di attenzione non giudicante allo svolgersi dell’esperienza momento per momento, una condizione che va al di là del concettuale, del discorsivo, del linguistico e che nel tempo, apre alla capacità di comprensione profonda della mente stessa, di intuizione e creatività; nel momento della consapevolezza finalmente la mente tace .

 

Si arriva a riconoscere i pensieri come puri oggetti mentali, distinti dall’essere “se stessi” o “la realtà”, e quindi privi di quella carica negativa che distorce la percezione della realtà; si raggiunge un maggior senso di chiarezza e padronanza della propria vita. L’efficacia di tale pratica è stata dimostrata per la prevenzione delle ricadute nella depressione e per la gestione del dolore nelle malattie croniche, essa infatti crea delle modificazioni a livello fisiologico oltre che psichico.

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