Nurse24.it
scopri il programma della pediatric masterclass

Editoriale

Nursing: donare, donarsi

di Redazione

DonazioneOrgani

E’ possibile donare tutti gli organi e tessuti tranne il cervello e gli organi riproduttori. Le scoperte scientifiche hanno reso possibile donazioni sia da persone viventi che da cadaveri, quest’ultima, donazione di organi da cadavere, viene regolamentata dalla L. 91/99; post accertamento morte L. 578/93. Per i minori sono sempre i genitori a decidere.

NAPOLI. Il Codice Deontologico dell’Infermiere all’art.40 così recita: L'infermiere favorisce l’informazione e l’educazione sulla donazione di sangue, tessuti ed organi quale atto di solidarietà e sostiene le persone coinvolte nel donare e nel ricevere”.

La scelta dell’argomento è quello della donazione e trapianti d’organo, che nasce dalla lettura di questo articolo e mi ha spinto ad approfondire questa pratica. E’ un tema molto delicato e complesso oggetto di dibattito e credo che ci sia poca informazione soprattutto tra noi giovani, infatti la prima cosa che mi sono chiesto è stata: Perché si decide di donare?

Il Dono è libero e gratuito, e donare i propri organi e tessuti è un gesto di grande generosità. A tutti i cittadini maggiorenni è dunque offerta la possibilità di dichiarare la propria volontà (consenso o diniego) in materia di donazione di organi e tessuti dopo la morte, attraverso le seguenti modalità:

  • registrazione della propria volontà presso la propria Asl di riferimento o il medico di famiglia, attraverso un apposito modulo. Queste dichiarazioni sono registrate direttamente nel Sistema Informativo Trapianti (SIT), il database del Centro Nazionale Trapianti, che è consultabile dai medici del coordinamento in modo sicuro e 24 ore su 24;


  • compilazione del tesserino blu del Ministero della Salute (inviato nel 2000) o del tesserino di una delle associazioni di settore, che deve essere conservato insieme ai documenti personali e da portare sempre con sé;


  • qualunque dichiarazione di volontà scritta in carta libera che contenga i dati anagrafici, dichiarazione di volontà (positiva o negativa), data e firma, (considerata valida ai fini della dichiarazione dal Decreto ministeriale 8 aprile 2000), anch’essa da conservare tra i documenti personali;


  • l’atto olografo dell’Associazione Italiana Donatori di Organi (AIDO). Grazie ad una convenzione del 2008 tra il Centro Nazionale Trapianti e l’AIDO, anche queste dichiarazioni confluiscono direttamente nel SIT.




E’ possibile donare tutti gli organi e tessuti tranne il cervello e gli organi riproduttori. Le scoperte scientifiche hanno reso possibile donazioni sia da persone viventi che da cadaveri, quest’ultima, donazione di organi da cadavere, viene regolamentata dalla L. 91/99; post accertamento morte L. 578/93. Per i minori sono sempre i genitori a decidere.

Il donatore è un paziente come tutti gli altri, e come tale richiede durante tutto il suo percorso un approccio e un monitoraggio analogo a quello che si deve ad un paziente acuto. Obiettivo del piano assistenziale infermieristico è quello di mettere in atto tutte le misure necessarie per prevenire l’insorgenza di infezioni e la sofferenza ischemica-anossica. Poi si procede alla preparazione ed al trasferimento del donatore in sala operatoria mettendo a sua disposizione pari professionalità e rispetto umano anche se il suo operato sarà finalizzato esclusivamente alla protezione d’organo.

Il trapianto è un intervento di chirurgia, completamente gratuito per il paziente in quanto rientra nei LEA (livelli essenziali di assistenza) ma comporta:

Complicanze precoci: il rigetto e le infezioni

Complicanze tardive: effetti collaterali della terapia immunosoppressiva

Occorre considerare anche gli aspetti psicologici nel periodo pre-post trapianto; il pre viene descritto dai pazienti come il periodo più stressante, con sentimenti di “ambivalenza”, la speranza di vivere e la paura di morire. Il trapianto può rimettere in discussione la propria identità, poiché il ricevente deve accettare l’organo donato come parte di sé. Può succedere che questo processo d’integrazione fallisca, il trapianto fisico porta con se sempre il “trapianto emozionale” perché persiste nella mente degli individui l’idea, soprattutto nel trapianto di cuore, di subire come un innesto di sentimenti, emozioni della persona defunta.

Il trapianto apre le porte ad una nuova vita”: Quasi tutti gli studi condotti sui trapianti dimostrano che, dopo un’operazione riuscita, la qualità della vita dei pazienti accresce. Un trapianto riuscito significa ritrovare un ruolo nella famiglia e nella società. Chi prima dell’intervento conduceva una vita da malato, con fortissime limitazioni e incerte prospettive, potrà pian piano riprendere a guardare al futuro con fiducia, come dimostrano le statistiche sul reinserimento nella normale vita sociale. Chi decide di donare un proprio organo, da morto o da vivente, non entra in conflitto con un principio etico, la Chiesa Cattolica incoraggia la donazione. Sebbene vi siano piccole differenze tra specifici punti di vista, le principali religioni del mondo di fatto ammettono, permettono e incoraggiano il trapianto e la donazione degli organi.

Ma in alcuni casi l’organo è trattato come una “merce”, esseri umani sono venduti come puri “pezzi di ricambio”. Organizzazioni criminali hanno sicuramente capito che il divario tra l’offerta e la richiesta di organi può essere lucrativo, inducendo così certe persone povere, suscettibili e indigenti a vendere i propri organi; il viaggiare, ai fini di trapianto diventa così il “turismo del trapianto”. Il commercio d’organi è un’attività illecita, un atto criminale, perseguito penalmente. però esiste. Ci vuole un professionista che sappia “dove e come tagliare”, e non solo, questo aspetto così delicato ci mette di fronte a dilemmi etici molto più ampi.

Oggi si parla molto più rispetto al passato di donazione, di morte e di scelte di fine vita, questo ha portato ad aumentare la curiosità in ognuno di noi e le conoscenze, dobbiamo essere informati e consapevoli prima di decidere.

Con il passare degli anni, e con la crescita professionale, è nata la figura dell’Infermiere Coordinatore in questo ambito, grazie all’attuazione dei Master di I livello in “Coordinamento infermieristico di donazione e trapianto di organi e tessuti” questa “nuova figura” è ancora poco conosciuta e diffusa. Le aree di responsabilità sono, in sintesi: assistenziale, organizzativa, relazionale, educativa-formativa.

Infine voglio ricordare che il nursing è l’assistenza al mantenimento, recupero e promozione della salute, è fondato su modelli teorici di riferimento e pone interesse sia ai problemi fisiopatologici che a quelli psico-sociali della malattia, con un approccio olistico. L’infermiere diviene così un mediatore culturale dei bisogni, valori e comportamenti del paziente, l’incontro tra infermiere e paziente diviene un confronto tra due universi culturali differenti, infatti cultura e società giocano un ruolo essenziale nel vissuto della malattia.

Notiamo come il corpo è al centro della relazione infermiere-paziente, ma l’approccio è centrato sulla persona. Il corpo del paziente non è un semplice “oggetto” sul quale mettere in atto pratiche assistenziali, terapeutiche ma un “soggetto incarnato”, carico di esperienze, vissuti e aspettative. Al fine di assicurare non solo la cura, ma anche l’attenzione ai bisogni affettivi, si parla di terapie di contatto” facendo riferimento a tutte quelle tecniche di cura psico-tattili che, attraverso un tatto dolce, rispettoso, rassicurante e caldo comunicano empatia e confermano al paziente che si ha cura di lui. Lo sguardo gioca un ruolo fondamentale, l’infermiere che posa il suo sguardo sul corpo del malato è innanzitutto uno sguardo clinico che analizza, esamina E’ importante imparare a gestire il proprio sguardo, in modo che possa trasmettere rassicurazione, vicinanza e presenza. Ogni gesto quotidiano è un gesto di cura.

L’individuo è una totalità tra mente e corpo, è essenziale che si riesca a “condividere” senza “essere travolti”, ricordandosi che non si può toccare senza essere toccati. Quindi bisogna avere la consapevolezza di essere un professionista al servizio della persona malata e non, a cui offrire non solo il proprio tempo, le proprie energie, capacità tecniche e conoscenze, ma anche e soprattutto una sensibilità etica, che ne guidi l’agire.

Da qui, a mio avviso il Nursing è: Donare e Donarsi.

Giuseppe Caldarelli - Infermiere Libero Professionista

Scopri i master in convenzione

Commento (0)