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Ospedale Ruggi di Salerno a rischio. Morto 42 enne

di Rosario Scotto di Vetta

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SALERNO. “Una situazione che si definisce disperata, ci sono professionalità all’interno dell’Azienda Ospedaliera che lavorano per 24 ore al giorno, con un abuso di ore straordinarie e con una spesa enorme che non trova riscontro nella qualità del servizio erogato”. A parlare è Margaret Cittadini RSU dell’Ospedale. Siamo al Ruggi di Salerno, la più grande azienda ospedaliera universitaria del meridione, qui negl’anni si sono sviluppati reparti di eccellenza e interventi con tecniche all’avanguardia. Eppure tutto questo è a rischio.

 

La regione Campania è commissariata per la sanità a causa degli sprechi del passato e da anni non si assumono infermieri e medici e la mancanza di personale ha portato inevitabilmente a tagli dei posti letto, la chiusura dei reparti e alla carenza generalizzata di assistenza. “Abbiamo mediamente un’affluenza di 350 pazienti al giorno e con grandi sacrifici del personale dedicato. Il problema principale è quello presente intorno a noi: ospedali che chiudono, l’assistenza domiciliare e territoriale che manca…” dice il Primario del Pronto Soccorso.

 

E’ qui che una settimana fa è morto un paziente affetto da HIV di 42 anni, in tutta la regione non si era trovato un posto letto per lui. Al reparto di malattie infettive del Ruggi ci sono solo 15 posti letto mentre i pazienti HIV seguiti sono 400. “Noi siamo l’Azienda di riferimento, noi siamo quelli che dovrebbero accogliere i pazienti che le altre piccole aziende non riescono. Adesso siamo l’opposto, siamo noi a trasferire i pazienti in altri ospedali distanti spesso 100 – 150 km in base alla disponibilità dei posti letto”  afferma un delegato CGIL, Francesco Bruno.

 

Ma non è tutto. Per la carenza di organico si fa riferimento alle società interinali che forniscono infermieri e per quanto riguarda i medici, invece, ci sono tanti turni aggiuntivi pagati 60 euro l’ora, ossia 9 milioni di euro in un anno. Con questa cifra si potevano assumere 100 medici a tempo indeterminato. Di questa realtà è consapevole sia il presidente della regione e sia il ministro della salute.

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