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Pronto Soccorso Rimini: "quel paziente doveva essere valutato da una guardia medica turistica"

di Redazione

L'AUSL Romagna precisa che "non risulta che il paziente sia stato trattato in modo scortese, e che comunque i reclami avanzati all’Urp aziendale, direttamente o tramite la Direzione Sanitaria, non cadono affatto nel vuoto, ma se fondati sono anzi molto utili per individuare eventuali errori e soprattutto per intraprendere percorsi di costante miglioramento dei servizi"

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RIMINI. In merito all’articolo dal titolo “Dieci ore di attesa al Pronto Soccorso” pubblicato ieri da “La Voce di Romagna”, la Direzione Medica dell’Ospedale “Infermi” di Rimini precisa quanto segue. Il paziente di cui, verosimilmente, l’articolo parla, è stato valutato, come da protocolli clinici, al suo ingresso in Pronto Soccorso e gli è stato attribuito un codice verde, cioè una situazione clinica non grave, più adatta ad essere trattata in un ambulatorio di Guardia Medica Turistica (ve ne sono 12 sparsi su tutto il litorale riminese e le strutture turistiche ne sono puntualmente informate): il suo è stato, in altre parole, un accesso inappropriato al pronto soccorso.

 

Nel corso della permanenza, durata dalle ore 15 alle 24 circa, il paziente è stato comunque rivalutato due volte dopo l’accesso e, non appena possibile compatibilmente con le sue condizioni non gravi e con il numero di pazienti presenti nella struttura, è stato avviato alle cure. Si fa presente a tal proposito che nella giornata di lunedì vi è stato un fortissimo afflusso di pubblico al Pronto Soccorso di Rimini: 194 pazienti sulle 24 ore (vale a dire uno ogni 7 minuti e mezzo) con molti casi gravi e 41 ricoveri, tant’è vero che in servizio era presente tutto il personale reperibile, con raddoppio dei medici specificamente dedicati ai pazienti con codice verde.

 

Si precisa infine – non per difendere “a tutti i costi” i propri operatori ma solo per descrivere un quadro più puntuale dell’accaduto – che non risulta che il paziente sia stato trattato in modo scortese, e che comunque i reclami avanzati all’Urp aziendale, direttamente o tramite la Direzione Sanitaria, non cadono affatto nel vuoto, ma se fondati sono anzi molto utili per individuare eventuali errori e soprattutto per intraprendere percorsi di costante miglioramento dei servizi.

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