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Spending Review, il taglio ai posti letto ora è realtà

di Gianluca Auriemma

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ROMA. Scure del Ministero della Salute sui posti letto degli Ospedali, indifferentemente da nord a sud isole comprese. In totale 7.389 unità saranno tagliate per effetto dell'articolo 15 comma 13 del decreto sulla spending review. La legge 135/2012 prevede 3,7 posti letto ogni 1000 abitanti. 0,7 sarà destinato a riabilitazione e lungo-degenti e il restante 3 per gli acuti.

 

Le regioni che non rientrano nel limite imposto dalla legge dovranno al più presto ed in modo netto dare una sforbiciata alle proprie unità di degenza. Le regioni che al contrario sono sotto il limite potranno aumentare il numero dei posti letto, arrivando ovviamente fino al tetto massimo disponibile.

 

I posti letto dovranno arrivare a 224.318, con un taglio per gli acuti di 14.043 e un aumento di 6.653 per i post acuti. Emilia Romagna (-2.543), Lombardia (-2.337) e Lazio (-1963) le regioni più colpite. Poche quelle che avranno un significativo aumento di posti letto, e tra queste al primo posto c'è la Toscana (+1.467).

 

Da ricordare che gli aumenti o i tagli per ogni regione saranno divise tra le due tipologie di ricovero. Ci sono regioni che dovranno fare tagli per entrambe ed altre solo per una. Così come potrebbero esserci aumenti per una tipologia di posti letto e tagli nell'altro caso. Unica regione che disporrà della facoltà di aumentare i posti in entrambi i casi è l'Umbria.

 

Luca Coletto, coordinatore della Commissione sanità della Conferenza delle Regioni nonché Assessore alla Sanità della Regione Veneto, dichiara sul portale regioni.it che “Quella di ridurre i posti letto ospedalieri e' una necessita' sia tecnica che politica per riuscire a seguire le innovazioni che si sono susseguite nel tempo. Dieci anni fa per alcuni interventi chirurgici si prevedevano 10 giorni di ricovero, oggi sono 2''.

 

"Sarei per un'apertura moderatamente positiva a questa impostazione - prosegue - che pero' va completata con i costi standard. Diciamo che questi potrebbero essere dei criteri standard, da applicare se si accetta la ripartizione del fondo. Se una regione non volesse farlo, dovrebbe poi andare a coprire con l'irpef. E' chiaro che se uno si adegua, puo' avere piu' forza nel chiedere, rispetto a chi non si adegua, e magari ha piccoli ospedali e pochi posti letto''. 

 


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