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Strage di Bologna, oggi ricorrono i 35 anni dal vile gesto che non ha ancora mandanti ed esecutori

di Redazione

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Secondo il Capo dello Stato, Matterella: «dopo lunghi anni di indagini difficili, contrassegnate da reticenze e tentativi di depistaggio, la magistratura, sostenuta dall'impegno e la tenacia dell'Associazione dei familiari delle vittime, ha concluso il suo iter processuale, pronunciando una sentenza definitiva. Su quella tragica vicenda permangono però ancora angoli bui, specie per quanto riguarda mandanti ed eventuali complici. L'auspicio è che la verità possa emergere nella sua interezza: la vostra battaglia che riguarda anche l'introduzione del reato di depistaggio costituisce un'importante risorsa».

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Non ci sono colpevoli e mandanti per la Strage di Bologna che quest'anno commemora 35 anni dal vile gesto di ignoti.

BOLOGNA. «L'Italia ha il dovere di non dimenticare quella strage e quelle vittime innocenti che fanno ormai parte della memoria nazionale». Lo ha scritto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un telegramma inviato al presidente dell'Associazione delle vittime del 2 agosto, Paolo Bolognesi, in occasione del 35° anniversario della strage alla stazione.

«L'attentato del 2 agosto 1980 - sottolinea Mattarella all'agenzia di stampa Ansa.it - fu il culmine sanguinoso di una strategia stragista, mirante a scardinare la democrazia e le conquiste sociali dell'Italia repubblicana. La reazione degli italiani, a partire dalla città di Bologna, fu decisa e compatta, con grande forza e dignità e rappresentò, ancora una volta, l'argine più robusto contro ogni tentativo di destabilizzazione».

Secondo il Capo dello Stato, «... dopo lunghi anni di indagini difficili, contrassegnate da reticenze e tentativi di depistaggio, la magistratura, sostenuta dall'impegno e la tenacia dell'Associazione dei familiari delle vittime, ha concluso il suo iter processuale, pronunciando una sentenza definitiva. Su quella tragica vicenda permangono però ancora angoli bui, specie per quanto riguarda mandanti ed eventuali complici. L'auspicio è che la verità possa emergere nella sua interezza: la vostra battaglia che riguarda anche l'introduzione del reato di depistaggio costituisce un'importante risorsa».

Mattarella ha inviato la solidarietà alla città di Bologna, «saldo presidio di partecipazione a un dolore immenso, che il trascorrere degli anni non può cancellare».

«Il percorso non è finito ma è in atto e lo vogliamo portare in fondo. Il governo è al fianco di tutti voi che ancora soffrite per quella tragedia e per dire che con Bologna non dimentica il Paese intero». Lo dice il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, che a Bologna ha rappresentato il governo alla commemorazione della strage della stazione. L'Associazione dei familiari aveva polemizzato sui risarcimenti, la desecretazione degli atti e il reato di depistaggio.
De Vincenti, di fronte ai familiari, ha preso impegni, in particolare, oltre che sul sostegno al reato di depistaggio, sui risarcimenti e sulla desecretazione degli atti.

«Venerdì - ha detto il sottosegretario - è stata pubblicata la circolare Inps applicativa delle disposizioni. Si avvia concretamente la liquidazione delle pensioni varate con le norme comprese nella legge di stabilità. Poi ci sono altri aspetti che devono trovare completa applicazione e che vanno sbloccati. Non voglio giustificare i ritardi, ma la norma è complessa. Tuttavia è ora di superare concretamente l'impasse. Mercoledì ho convocato una riunione coi ministeri competenti e con l'Inps per giungere a un chiarimento definitivo. L'obiettivo è l'applicazione integrale della legge».

De Vincenti ha promesso un impegno del governo anche per rendere effettiva la desecretazione degli atti.

«C'è - ha detto - una lentezza nella presentazione dei documenti e una forma disordinata che ne rende difficile l'effettiva fruibilità. Giovedì ho convocato ministeri e dipartimenti che devono applicare la direttiva per chiarire questi due punti, perché nulla rimanga non desecretato e definire criteri di classificazione che consentano di presentare i documenti in modo da essere fruiti».

«La città di Bologna non mancherà mai di fare la propria parte nel cammino verso la verità e la giustizia». Lo ha assicurato Virginio Merola, sindaco di Bologna, nella commemorazione della strage alla stazione in occasione del 35° anniversario. «Ogni anno - ha detto rivolgendosi ai familiari - facciamo il punto su passi avanti e gli ostacoli. È un'occasione per ribadire la ricerca completa della verità sui mandanti che ha ferito voi e la nostra città in maniera indelebile. Ma - ha ribadito Merola parlando al sottosegretario alla Presidenza del consiglio Claudio De Vincenti - torneremo a chiedere quello che ci aspettiamo dal Governo in carica: soprattutto che ci aiutino a fare passi avanti nella ricerca della verità. Noi ogni anno testimoniamo il nostro impegno. La città silenziosamente, in modo ordinato e composto, con i fatti dice tutto quello che c'è da dire. Ci auguriamo che lo facciano anche gli altri».

«Il Movimento 5 Stelle è qui perché è la principale forza di opposizione innanzitutto, perché è un dovere partecipare a manifestazioni così importanti in ricordo delle vittime. Il governo ha fatto delle promesse, le fa da tanti anni, questa volta c'ero anch'io quando le ha fatte e le ricorderò al sottosegretario De Vincenti per filo e per segno, fino alle virgole». Lo ha assicurato Alessandro Di Battista, deputato del Movimento 5 Stelle, che ha partecipato alla manifestazione per il 35° anniversario della strage alla stazione di Bologna. «Siamo qui per essere vicini a persone che hanno avuto una perdita incalcolabile - ha detto - persone che meritano risarcimenti e di capire chi sono i mandanti di questa strage. E meritano anche l'approvazione del reato di depistaggio: se non è stata approvata è perché al governo interessano di più altre cose, come la legge bavaglio e altre indecenze».

Dopo l'approvazione alla Camera la legge che introduce il reato di depistaggio «è rimasta chiusa in un cassetto del Senato nonostante i nostri inascoltati appelli perché venga discussa e approvata. Ci chiediamo cosa è accaduto, perché un cambiamento a metà non è un cambiamento, ma un modo per continuare - da parte di chi ne ha l'interesse - a conservare il vecchio sistema con metodi diversi». Così il presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, dal palco delle commemorazioni della strage alla stazione di Bologna.

«La verità non va mai in prescrizione: lo Stato deve pretendere chiarezza al di là di qualsiasi interesse di parte». È l'appello lanciato dal presidente del Senato Pietro Grasso, dal palco della commemorazione del 30° anniversario della strage della stazione di Bologna. «La ricerca della verità è difficile - ha detto - ma non può farci disperare sulla giustizia. Lo conferma la sentenza su piazza della Loggia, un punto di partenza per ripensare l'intera stagione degli anni di piombo».

«Ho sollecitato la commissione giustizia a calendarizzare il provvedimento, con l'auspicio che su questi temi non si creino ancora divisioni o fratture. Finalmente il provvedimento ha iniziato il suo percorso in commissione». Così il presidente del Senato Pietro Grasso ha commentato la calendarizzazione, in commissione giustizia al Senato, della legge che introduce il reato di depistaggio.

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