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Dalla redazione

Troppe inefficienze, il 26% degli italiani rinuncia alle cure

di Leila Ben Salah

Il 26% degli italiani rinuncia alle cure. Motivo? L’inefficienza del sistema sanitario pubblico. Lo dice il XIV rapporto annuale ''Ospedali & Salute/2016'', promosso dall’Aiop, Associazione italiana ospedalità privata, e realizzato dalla società Ermeneia - Studi & Strategie di Sistema di Roma.

La spesa sanitaria pubblica in Italia è ferma al 6,8% del Pil

Cure assistenziali

Il 26% degli italiani rinuncia a curarsi

Nel triennio 2012-2014 - si legge nel rapporto - la spesa sanitaria pubblica risulta ancorata al 6,8% del Pil, mentre risulta in crescita quella degli altri Paesi G7 (8,2%). Anche la spesa ospedaliera pubblica complessiva è ferma nel nostro Paese al 3,9% del Pil. Dal 2009 al 2014 - si legge ancora nel rapporto Aiop - si riducono il numero dei posti letto (-9,2%), il numero di ricoveri (-18,3%), delle giornate di degenza (-14,0%), del personale (-9,0% tra il 2010 e il 2014); dal 2009 al 2015, aumentano in parallelo gli oneri per gli utenti, con i ticket per le prestazioni che crescono del 40,6%, le visite intramoenia a pagamento presso gli ospedali pubblici del 21,9% e i ticket per i farmaci del 76,7%. Tutto ciò ha spinto i pazienti a cercare soluzioni alternative presso le strutture private, accreditate e non; a ricorrere a strutture ospedaliere presenti in altre regioni rispetto a quella di residenza; addirittura a rimandare o a rinunciare alle cure.

Il commento della Lorenzin

Non si è fatto attendere il commento del ministro della salute Beatrice Lorenzin: Da una corretta interazione tra il settore pubblico e quello privato in sanità può derivare una risposta più completa e omogenea ai bisogni di salute della nostra collettività.

La particolare congiuntura economica-finanziaria che anche l’Italia, come gran parte dei Paesi europei, sta vivendo richiede di pensare a un modello di assistenza che sia compatibile e solidale sia con le esigenze dei cittadini sia con quelle del contenimento della spesa, tale da assicurare, anche alle prossime generazioni, un'assistenza sanitaria pubblica e universale. È necessario, quindi, orientare il sistema affinché il contenimento dei costi e la gestione dei servizi non siano disgiunti dal perseguimento della qualità, sicurezza e appropriatezza delle prestazioni.

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