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Testimonianze

Sono una Infermiera di serie B, ma valgo, come persona e come professionista

di Redazione

Infermiera di serie B

Ho studiato con passione, lo sto ancora facendo... Ora sono quello che volevo, un’infermiera, ma la società non mi riconosce nessun valore professionale

REDAZIONE. Sono una ragazza di 27 anni, sono un’infermiera laureata in Infermieristica nel dicembre 2012. Sono alta 1,78 e ho una taglia 40: forse per avere un ruolo sociale in questa società avrei dovuto fare la modella o showgirl come la rispettatissima Belen?

Ho studiato con passione, lo sto ancora facendo (frequento il corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche), ho lavorato mentre studiavo e lo sto ancora facendo con grandi, grandissime difficoltà.

Sono stata cameriera, barista, baby sitter, ho fatto volantinaggio porta a porta per rincorrere il sogno di laurearmi senza pesare sulla mia famiglia che non ha attraversato un bel periodo economico. Mio padre lavora nell’edilizia e la crisi ha investito completamente questo settore. Tre figli non è facile mantenerli. Ho creato la mia indipendenza limitando spese inutili che ad una certa età è normale fare.

Ho affrontato una malattia lottando con tutte le mie forze e l’aiuto indispensabile di amici e famiglia.

Ora sono quello che volevo, un’infermiera, ma la società non mi riconosce nessun valore professionale. Ho avuto varie esperienze lavorative, ma IO SONO UN’INFERMIERA DI SERIE B perché con partita iva.

Tutti i contratti che ho avuto sono stati contratti di collaborazione (anche se mi sono ritrovata a lavorare 190 ore mensili senza giorni di riposo in una casa di cura accreditata dal SSN). Adesso lavoro, sempre con partita iva e un contratto con una cooperativa in un Carcere.

keep calm

Keep calm and Nurse on :D

Si, in una casa circondariale femminile con tutti i rischi a cui ti espone tale posizione. Ma nessuno me lo riconosce perché se provi a fare concorsi (quei pochi che ci sono) la mia esperienza non vale niente, come se fossi stata quattro anni a grattarmi la pancia, come se non avessi mai lavorato.

Valgo come persona e come professionista. Nel paese in cui abito sono conosciuta: mi sono presa cura, e lo faccio ancora, di persone bisognose di assistenza infermieristica che non possono contare su quella che il SSN offre.

È difficile entrare nelle case di persone malate mettendo in mostra solo le tue competenze, senza un’azienda che ti tutela dietro, in un mondo fatto di persone culturalmente sempre più preparate in ambito medico, in una società “schifata” dall’agire pubblico. Io ci ho sempre messo la faccia e sono sempre stata ripagata da affetto, complimenti e obiettivi professionali ampiamente raggiunti.

Allora mi chiedo: perché non ho nessun riconoscimento professionale da parte di aziende pubbliche? Perché non posso dedicarmi con anima e corpo alla professione che ho scelto, per la quale ho studiato duramente, invece di fare mille lavori (adesso quando non sono in carcere lavoro in una yogurteria) per poter avere una vita dignitosa?

Perché questa società ti toglie ma mai ti dà?

Sei costretto a diventare “libero professionista”, ma la società non è pronta ad accoglierti, anzi ti rende un infermiere di serie B, senza riconoscimenti, né dignità. Tutto è dovere (tasse, assicurazione, previdenza…) niente è diritto.

Mi chiedo quanto ancora possiamo andare avanti?

Quanto ancora ho la forza di resistere?

Nessuna istituzione ti dà risposte alle mille risposte poste, adesso è il momento di urlare al mondo i nostri diritti.


Serena - Infermiera e Studente Laurea Magistrale Scienze Infermieristiche ed Ostetriche
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