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editoriale

il Punto | Gli infermieri lavorano tutti e sono persino in eccesso

di Carlo Leardi

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MATERA. Noi infermieri italiani siamo fortunati, anzi fortunatissimi, ma non lo sappiamo. Addirittura i nostri colleghi che si laureano in Abruzzo, nel 93% dei casi, trovano lavoro nel giro di un anno dal conseguimento del titolo accademico. Non ci credete? Eppure parla chiaro il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, stando a quanto riportato sul sito del quotidiano "Il Tempo".

Come riportato dalla nota testata giornalistica, il presidente Chiodi asserisce che il 40% dei nuovi assunti del comparto sanitario, sono proprio nostri colleghi. Infatti, stando sempre a quanto dichiarato nella sua intervista (che potete leggere integralmente al link http://www.iltempo.it/abruzzo/2013/09/22/infermieri-laureati-e-sistemati-tutti-al-lavoro-dopo-un-solo-anno-1.1174228), si è passato dai 5821 infermieri in servizio nell' anno 2008 a 5861 colleghi in servizio nell'anno 2012.

 

In termini occupazionali, siamo così tanto fortunati, che secondo un rapporto elaborato e pubblicato in questi giorni dall' Università Tor Vergata di Roma, vi è un esubero di personale nell'ordine delle 28000 unità all'interno della categoria infermieristica e medica.

 

Questo dato sembrerebbe cozzare un tantino con quanto affermato dal dott. Chiodi, ma si sa, le statistiche parlano chiaro!

 

Fermiamoci a riflettere pochi istanti sulle due affermazioni su citate.

 

Se come affermato da "Il Tempo" (che probabilmente avrà involontariamente un po' enfatizzato le parole del dottor. Chiodi) nella Regione Abruzzo il 93% degli infermieri si sistema ad un anno dalla laurea, ci riesce difficile capire come possa esserci un esubero di migliaia di unità nel Bel Paese; ovviamente dovremmo tener conto della possibilità che stando alle dichiarazioni del dottor Chiodi, nelle unità in esubero ci sia un numero esiguo o quasi inesistente di infermieri Abruzzesi.

 

Riesce quindi quantomeno difficile spiegare la presenza e le proteste di molti colleghi residenti in Abruzzo che versano in condizioni di precarietà o di assenza totale di occupazione. Quantomeno strana dovrebbe apparire la loro presenza in diversi gruppi presenti in rete, in cui si discute di precarietà e disoccupazione.

 

Un tantino strana appare, invece, la sempre più dilagante protesta di colleghi sparsi per lo Stivale che sovente si lamentano dei turni di lavoro massacranti, dei carichi di lavoro titanici, degli aumentati casi di "burn out", della cronica carenza di personale nelle strutture sia pubbliche che private.

 

Appaiono strane anche alcune proteste, che a volte purtroppo sfociano in atti di violenza fisica, da parte di pazienti o parenti di pazienti che si rivolgono alle strutture sanitarie Italiane perdendo spesso le staffe. Un numero elevato di infermieri, garantirebbe prestazioni velocissime in tutti i contesti, stranamente però, a detta dei pazienti ciò non avviene. Sarà per via del fatto che i nostri colleghi sono sempre affaccendati nei propri affari personali, o forse sarà per via del fatto che le statistiche e le affermazioni riportate qualche riga più in su sono state enfatizzate in maniera eccessiva?

 

Altro particolare da non tralasciare, è quello relativo alla protesta che da qualche mese è nata riguardo l'eventuale blocco dei corsi di Infermieristica: stando ai promotori della protesta in questione, in Italia ci sarebbero 30000 infermieri disoccupati; che senso avrebbe formarne dei nuovi?
Il Governo non ha inteso ascoltare tali proteste, poichè probabilmente le ha ritenute infondate o eccessive, mentre come abbiamo fatto notare poco fa, una statistica elaborata da un istituto del calibro dell' Università di Tor Vergata, sembrerebbe a questo punto dare ragione a chi vorrebbe bloccare i corsi universitari di Infermieristica.

 

Qualcuno, forse un "po' malizioso", ha pensato che la statistica diffusa dall' Università di Tor Vergata, fa menzione di 28000 unità composte da personale medico ed infermieristico, senza esprimere dati precisi sull'effettivo numero di infermieri in esubero. E se il termine infermieri fosse stato appositamente "inserito" per alterare un tantino la notizia, dato che diversi rapporti precedenti parlano di esubero di medici ma di carenza di infermieri?

 

Come al solito, risulta alquanto difficile riuscire a trovare il bandolo della matassa, così come risulta difficile riuscire a credere ad affermazioni e statistiche che sembrerebbero essere prese dal famigerato "Eco di Topolinia", data la fantasia di quanto in esse sostenuto.

 

Sarcastico potrebbe apparire il tono di queste ultime affermazioni da me scritte, ma in tutta sincerità appare ancor più sarcastico (o forse dovrei dire macabro) che si diano cifre estremamente lontane dalla realtà lavorativa italiana e che tali cifre vengano enfatizzate.

 

Capiamo che possa verificarsi l'ipotesi di una crisi di governo con conseguente apertura della campagna elettorale, ma certe affermazioni sono veramente un insulto alla marea di infermieri in possesso di titoli accademici che adesso si trovano a doversi rigirare i pollici o, nel migliore dei casi, a dover lavorare saltuariamente in qualche struttura, pubblica o privata che sia.

Infermiere

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