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Infermiere militare

Quel Ministero che recluta e stipendia studenti di infermieristica e dice no ai candidati laureati

di Redazione

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Son piu' di 1.000 gli infermieri italiani che prestano servizio presso le forze armate; li troviamo in Marina Militare, Esercito Italiano, Aeronautica Militare e presso i Carabinieri.

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L'esercizio della professione sanitaria infermieristica è, per legge, autonomo ed indipendente rispetto alle altre professioni sanitarie (medici, farmacisti, odontoiatri, veterinari, psicologi-psicoterapeuti, professioni sanitarie riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione) ed è vincolato al conseguimento del titolo accademico di laurea, rilasciato a seguito di un esame finale con valore abilitante alla professione ed all'iscrizione al relativo albo professionale.

Sebbene l'infermiere sia, di fatto, un pubblico ufficiale il cui titolo è valido sull'intero territorio nazionale ed è rilasciato nel rispetto della normativa europea in materia di libera circolazione delle professioni, a differenza delle restanti professioni sanitarie militari, agli infermieri titolati non è concesso l'ingresso a "nomina diretta" presso le forze armate. Il Ministero della Difesa preferisce, infatti,  formarli presso le Scuole Sottufficiali, nelle quali gli Allievi Marescialli Infermieri frequentano il  corso di laurea in infermieristica e dove, per studiare, ricevono vitto, alloggio e stipendio.

Come mai i bandi di concorso indetti dal Ministero della Difesa per reclutare infermieri non consentono la partecipazione a chi e' gia' in possesso del titolo abilitante?

Sono in molti a domandarselo, soprattutto in tempi di "spending review" e di politiche da attuare per porre rimedio postumo al fenomeno della "disoccupazione infermieristica". Volendo mettere da parte concetti cosi' impegnativi per coloro i quali dovrebbero dirigere il nostro Paese e per coloro che dovrebbero rappresentare e tutelare le professioni, ciò che appare ancor più discutibile è il fatto che presso il Ministero della Difesa volutamente non venga valutato in sede concorsuale un titolo di laurea rilasciato in nome della legge e della Repubblica italiana.

Il risultato di queste discutibili scelte dirigenziali? Presto detto, ogni anno le forze armate indicono bandi di concorso per titoli ed esami, nei quali il titolo di Laurea in Infermieristica e' tassativamente esclusoCome se non bastasse singolare è il fatto che questa procedura concorsuale discriminatoria è assolutamente disapplicata per le restanti professioni sanitarie (medici, odontoiatri, biologi, psicologi, veterinari) per le quali vengono periodicamente indetti concorsi straordinari,i cosiddetti concorsi dedicati a particolari professionalita'.

Provate a immaginare cosa potrebbe accadere presso l'Ordine dei medici se il Ministero della Difesa pubblicasse bandi di concorso nei quali gli unici ad essere esclusi fossero i medici già laureati. Ovviamente si solleverebbe un gran polverone ed è verosimile che il medesimo sarebbe piu' che giustificato.

Nel 2010, con il decreto legislativo del 15 marzo, n. 66 Codice dell'ordinamento militare, all'articolo 212 è stato stabilito che il personale infermieristico militare svolge con «autonomia professionale» le specifiche funzioni ed è articolato in conformità a quanto previsto dalla legge 1° febbraio 2006, n. 43. Ad esso viene, peraltro, attribuita la «diretta responsabilità e gestione» dell'attività di assistenza infermieristica e delle connesse funzioni, in linea con le disposizioni di legge nazionali e comunitarie.

Nonostante quanto stabilito con il decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, ad oggi in Italia, a differenza delle altre principali forze della NATO, l'infermiere militare è ancora collocato nel ruolo dei sottufficiali, in regime di completa subordinazione gerarchica rispetto a tutte le altre professioni sanitarie militari.

Malgrado l'acquisizione del titolo accademico di laurea e delle elevate competenze di autonomia professionale, nonostante l'impiego sistematico presso i servizi sanitari che richiedono piena e diretta responsabilità, ad oggi, agli infermieri militari non viene riconosciuto il diritto di poter entrare a far parte del corpo sanitario degli ufficiali delle singole forze armate, né viene riconosciuta loro la possibilità di poter partecipare ai corsi di «leadership infermieristica» organizzati dalla NATO per gli ufficiali infermieri dei Paesi membri.

I laureati in infermieristica esclusi dai bandi di concorso possono far parte quantomeno della cosiddetta "Riserva Selezionata delle Forze Armate"?

L’Istituto della Riserva Selezionata è previsto e disciplinato dal combinato disposto dell’articolo 674 del Decreto Legislativo n. 66 del 15 marzo 2010 (ex art. 4 R.D. 16 maggio 1932, n. 819 - c.d. Legge Guglielmo Marconi), integrato dal Decreto Ministeriale 15 novembre 2004, e dell’articolo 987 del sopraccitato Decreto Legislativo (ex art 25 del D. Lgs. 8 maggio 2001, n. 215). La Riserva Selezionata nasce con l’esigenza delle Forze Armate italiane di disporre di un bacino di personale in possesso di particolari professionalità di interesse per la Forze Armata e non compiutamente disponibili nell’ambito della stessa. Tali professionalità potranno essere reperite sia da personale civile sia dagli Ufficiali della Forza in Congedo che appartengano alle Forze di Completamento.

L’iscrizione alla Riserva Selezionata del personale civile è subordinata alla nomina ad Ufficiale di Complemento, provvedimento che riveste carattere di eccezionalità, ai sensi del sopra citato Decreto Legislativo, previa sottoscrizione della disponibilità al richiamo alle armi sul territorio nazionale ovvero all’estero. Alla “Riserva Selezionata” possono accedere uomini e donne, di cittadinanza italiana, che rispettino i seguenti requisiti:

  • possedere i requisiti di moralità e condotta stabiliti dall’art. 26 della Legge 1° febbraio 1989, n. 53; 
  • non aver riportato condanne penali e non avere procedimenti penali in corso per delitti non colposi; 
  • non abbiano prestato servizio in altra Forza Armata in qualità di Ufficiale; 
  • non prestino o abbiano prestato servizio nelle Forze di Polizia ad ordinamento Civile e nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco; 
  • non appartengano al Ruolo Normale Mobile del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana; 
  • non essere stati dichiarati obiettori di coscienza ovvero ammessi a prestare servizio civile ai sensi della Legge 8 luglio 1998, n. 230, se appartenenti a classe interessata alla chiamata di leva; 
  • non abbiano superato il 55° anno di età (articolo 1000 D.Lgs. 66/2010); 
  • non siano stati giudicati permanentemente non idonei al Servizio Militare; 
  • non siano stati dimessi d’autorità da precedenti ferme nelle Forze Armate.


Possono essere altresì iscritti gli Ufficiali di Complemento che abbiano rilasciato la dichiarazione di disponibilità al richiamo nelle Forze di Completamento, che rispondano ai requisiti già menzionati per il personale civile. Quanto sopra sembrerebbe lasciar qualche speranza alle centinaia, o forse migliaia, di infermieri italiani che vorrebbero esercitare la loro professione al servizio delle nostre forze armate. Purtroppo l'annoso compito che compete a chi vuole dare notizie attendibili e documentate purtroppo anche stavolta incombe.

Anche stavolta, oltre ad essere ammessi i laureati in matematica pura, sono ammesse altresì tutte le restanti professioni sanitarie ad esclusione dei laureati in infermieristica, il cui titolo non apparirebbe elemento di specifico interesse per gli eventuali impieghi presso le forze armate italiane.

La questione appare in tutta la sua gravità se si tiene conto che la motivazione principale che ha portato all'istituzione della Riserva Selezionata e' stata quella di prevedere un reclutamento, "retribuito solo in caso di necessita", al fine di poter rimpolpare le fila dei militari con professionalita' indispensabili per far fronte ad esigenze particolari, anche contingentate o di maxi-emergenza.

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