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Un vero Leader è un leader inutile!

di Marco Alaimo

leader

Tempo fa intervistammo il Dott. Nicola Donti, responsabile dell'unità operativa di Qualità e Comunicazione AUSL Umbria 1 Perugia, ci ha parlato di comunicazione efficace come strumento e di motivazione.

PERUGIA.  Possiamo dire che tracciamo un profilo anche della Leadership Infermieristica e non solo. Non esiste infatti Leader che non sia capace di motivare il suo personale.

Un Leader che non sa comunicare è un Leader che non sa ascoltare, e chi non sa ascoltare è sordo e cieco.

Tempo fa intervistammo il Dott. Nicola Donti, responsabile dell'unità operativa di Qualità e Comunicazione AUSL Umbria 1 Perugia, ci ha parlato di comunicazione efficace come strumento e di motivazione.

Spesso usiamo delle protezioni, dei meccanismi di difesa come ad esempio il cinismo che è un tentativo di schermarsi da un certo tipo di sofferenza, dimenticando che invece proprio nell'empatia si conosce il massimo grado di efficacia e gestione della sofferenza.

La sofferenza come tutte le emozioni passa solo se la si attraversa e non se la si nega.

Il vero professionista è colui che riesce a rimanere vicino alla sofferenza senza rimanerne schiacciato. Sarebbe auspicabile anche nei corsi di Laurea insegnare sia al singolo sia al gruppo come prendersi cura dell'emotività che non deve essere né trascurata né lasciata al caso per evitare il grande male del Burn Out.

Il compito di ogni genitore è quello di diventare "superfluo" per il proprio figlio, non più necessario; se questo accade possiamo dire che è come una garanzia di aver fatto un buon lavoro in quanto abbiamo creato un individuo autonomo.

Ogni risorsa (umana) affidata a un coordinatore infermieristico deve avere la possibilità di svilupparsi in piena autonomia così da garantire la professionalità e crescita futura.

Leader è colui che non vuole rimanere indispensabile, ma diventare inutile.

Elemento vincente della professione infermieristica è proprio il prendersi cura delle persone e non della malattia, il fare l'assistenza stando vicino al malato, facendo sentire che noi ci siamo.

L'iperspecializzazione rischia di concentrarsi nel particolare tralascinado il generale. Rischiamo di concentrarci sulla specialità del singolo atto e procedura lasciando da parte il nostro malato nel suo complesso, nella sua totalià di persona.

La malattia non si manisfesta solo nel corpo, ha delle implicazioni anche a livello psicologico e quindi avere un'assistenza che si prenda cura anche di questo aspetto è determinante e indispensabile ed è l'elemento vincente della professione infermieristica.

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