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Infermieri EU in Inghilterra, presto una riforma per la cittadinanza britannica?

di Sara Di Santo

cittadinanza inglese

Secondo un'inchiesta, a infermieri overseas reclutati dai paesi dell'UE, si dovrebbe garantire la cittadinanza britannica per salvaguardare i servizi sanitari nel post-Brexit

L'Istituto della Ricerca delle rimolitiche Pubbliche (IPPR) ha riportato che il sistema vigente di ottenere la cittadinanza britannica necessita di una urgente riforma per fermare la grande fuga di cervelli dei lavoratori altamente qualificati subito dopo che il Regno Unito ha votato di lasciare l'UE.

Il governo dovrebbe offrire automaticamente la cittadinanza britannica a tutti i lavoratori europei del National Health Service (NHS) per "riconoscere l'importanza del loro contributo" e "prevenire un'emergenza sanitaria", recita l'inchiesta fatta dal ricercatore IPPR, Chris Murray.

“Consigliamo che il governo faccia un'offerta di cittadinanza particolarmente generosa ai lavoratori dell'NHS". "Senza di loro, il servizio sanitario nazionale collasserebbe. È essenziale per il pubblico sanitario che tali lavoratori non cerchino lavoro altrove".

Inoltre sono stati contattati ministri al fine di garantire un permesso a tempo indefinito, affinché tutti i cittadini dell'UE attualmente residenti in Gran Bretagna rimangano nel paese e al fine di offrire automaticamente la cittadinanza a tutti i bambini europei educati in Gran Bretagna.

Non solo, ma è stato riportato che la tassa di £1,200 per la cittadinanza dovrebbe essere eliminata per tutti i cittadini dell'UE che vivono su suolo britannico da più di cinque anni.

Il gruppo di esperti ha sottolineato che il sistema di cittadinanza della Gran Bretagna è "rimasto privo di riforme per decadi" e il voto della Brexit ha messo in dubbio lo "stato di sicurezza" di tre milioni di cittadini dell'EU che vivono e lavorano in Gran Bretagna.

"Una riforma rapida e fondamentale è richiesta con urgenza" viene affermato dall'istituto nel suo report dal titolo: "Becoming one of us: Reforming the UK’s citizenship system for a competitive, post-Brexit world".

“Il contributo che i lavoratori dell'UE hanno dato al servizio sanitario nazionale deve essere riconosciuto in maniera speciale e deve essere salvaguardato".

Donna Kinnair, direttrice della Royal College of Nursing, ha affermato: “Senza una garanzia che il lavoratore di provenienza europea possa rimanere in questo paese, sarà molto più dura mantenere e reclutare staff dall'UE".

L'allarme circa la mancanza di "assicurazioni concrete" rispetto al futuro dello staff di infermieri dell'UE riguarda il fatto che questo clima di incertezza rischia di fare peggiorare la continua carenza di infermieri nel Regno Unito.

“È vitale che colleghi validi siano spinti a rimanere" ha ribadito Kinnair. "L'Istituto di ricerca delle Politiche Pubbliche è assolutamente ponderato nel dire che il NHS con potrebbe resistere senza i contributi nazionali dell'UE".

“Lasciare che persistano ambiguità circa il futuro dei lavoratori è un modo decisamente scorretto di trattare le persone che si prendono cura dei nostri amici e familiari ogni giorno" ha chiosato Dame Donna. “Il Regno Unito dovrebbe inviare un chiaro messaggio che le persone che mantengono il suo servizio sanitario saranno trattate correttamente".

Anche Nick Simpson, capo esecutivo del reclutamento nel gruppo MSI, ha sostenuto la stessa tesi: “Senza lavoratori dell'UE il NHS collasserebbe. Tenendo questo a mente, possiamo pienamente supportare la raccomandazione dell'Istituto di Ricerca delle Politiche Pubbliche".