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Infermieri e pazienti oncologici: ruolo chiave nell'assistenza personalizzata

di Redazione

Casa Salute Bettola

A Piacenza gli utenti affetti da tumori non dovranno più percorrere chilometri per accedere alla chemioterapia.

Le distanze si riducono tra pazienti con problemi oncologici e i luoghi di cura. Questo soprattutto grazie all'apporto degli Infermieri. Accade a Piacenza, dove la locale Azienda USL ha progettato e sviluppato percorsi ed esperienze all'interno delle Case della Salute.

L'iniziativa coinvolge decine di operatori e professionisti della salute dell'Emilia Romagna ed è rivolta a chi soffre. Al centro delle cure deve esserci sempre e comunque l'assistito.

Il ruolo dell'Infermiere in questo progetto è fondamentale perché fa da "garante" tra cure espletate ed equipe assistenziale multi-disciplinare.

A Piacenza l'Ausl ha sviluppato percorsi ed esperienze, all’interno delle Case della Salute, strutturati a livelli diversi di complessità, in risposta ai bisogni della comunità di riferimento e della specificità del territorio.

La complessità non viene intesa solo come l’insieme e le caratteristiche dei servizi e delle funzioni presenti nelle case della salute, ma soprattutto come livello di coordinamento e di integrazione tra programmi e percorsi.

Si sperimenterà nella casa della salute di Bettola un progetto terapeutico che vedrà l’integrazione tra il livello specialistico ospedaliero e territoriale, migliorando la qualità dell’assistenza erogata, sia in termini di fluidità del percorso, sia in termini di upgrading delle competenze dei vari professionisti coinvolti.

Da qualche giorno è possibile erogare cicli di chemioterapia all’interno della casa della salute, a pazienti selezionati, che avranno quindi la continuità del trattamento oncologico da parte dell’equipe specialistica vicino al proprio domicilio.

In particolare, i pazienti verranno accolti dall’infermiere della casa della salute che effettuerà le valutazioni preliminari e i prelievi ematici necessari.

Gli esiti e la scheda di accettazione saranno visibili in un programma informatico condiviso, valutati dall’oncologo responsabile clinico in ospedale che avvertirà in tempo reale i pazienti.

Il giorno seguente l’equipe ospedaliera formata da un oncologo e da una infermiera si recheranno nella casa della salute per l’effettuazione dei trattamenti.

Si realizza in questo modo un percorso integrato, ospedale-casa della salute, attraverso una equipe di professionisti che operano in sinergia in due diversi setting assistenziali.

Il cittadino che necessita di questo tipo di terapie, in una situazione di fragilità e in un particolare momento della sua vita, particolarmente critico, troverà i professionisti che lo assistono nella “sua” Casa della Salute.

Il filo rosso che caratterizza le fasi e le prestazioni del percorso è la continuità terapeutica e la prossimità domiciliare, verso lo sviluppo di una vera e propria rete nella comunità.

L’equipe multidisciplinare formata da infermieri operanti nelle cure primarie, medici e infermieri dell’oncologia ospedaliera, rappresenta un esempio di reale integrazione tra ospedale e territorio, in risposta ai bisogni dei cittadini.

Chemioterapia alla Casa della Salute di Bettola


Lo scorso 19 luglio i primi tre pazienti sono stati sottoposti ai trattamenti. L’inizio ufficiale dell’attività ha visto la presenza simbolica del direttore generale dell’Ausl Luca Baldino, affiancato dal suo staff, del sindaco Sandro Busca e del direttore del dipartimento di Oncoematologia Luigi Cavanna.

La signora Francesca è stata la prima a sperimentare le potenzialità del nuovo ambulatorio e si è detta molto sollevata di poter effettuare la cura vicino a casa. Come lei, saranno circa una novantina i pazienti dell’alta e media Valnure che potranno scegliere di fare visite, controlli e chemioterapia nella Casa della Salute di Bettola, evitando periodici spostamenti in città o in altre sedi.

Con questa importante innovazione, l’Azienda Usl di Piacenza continua nella direttrice tracciata negli ultimi anni: garantire ai pazienti affetti da tumore, per la maggior parte anziani e comunque fragili, di curarsi il più vicino possibile al proprio domicilio, limitando i viaggi, le attese, le spese economiche e le difficoltà di trovare un accompagnatore.

Da tempo, nel territorio piacentino l’assistenza al malato oncologico avviene con una forte e collaudata integrazione fra ospedale e territorio, con la costituzione di una rete oncologica provinciale.

Il malato oncologico necessita spesso di cure ripetute nel tempo; per questo la distanza dal centro di cura può rappresentare un notevole problema, con l’esigenza che il paziente sia accompagnato da parenti, con perdita di giornate di lavoro, con difficoltà e disagi che si sommano a quelli già molto seri provocati dalla malattia.

Il dipartimento di Oncologia-Ematologia dell’Ausl  di Piacenza ha sviluppato, dagli anni 2000 in poi, una rete che copre tutto il territorio provinciale: gli oncologi si spostano nei tre ospedali della provincia, assicurando assistenza e cura avanzata ai pazienti il più vicino possibile alla residenza.  Gli specialisti assicurano le prime visite oncologiche, impostano i programmi di terapia, cercando di dare risposta adeguata a diversi bisogni. I pazienti oncologici sono prevalentemente anziani, spesso con altre patologie concomitanti. Va inoltre considerato che, nel caso di effetti collaterali, è fondamentale potersi riferire a un ambulatorio non troppo lontano da casa.

Finora questa rete di cure oncologiche forniva assistenza agli abitanti delle valli Arda, Trebbia e Tidone, facendo capo agli ospedali di Fiorenzuola, Castelsangiovanni e Bobbio. La zona della Val Nure era rimasta scoperta e lo sforzo di tutti si è concentrato per cercare di colmare il disagio legato alla distanza da Piacenza di frazioni di Ferriere, Farini ma anche di Bettola, nella logica di garantire equità di accesso alle cure.

A Bettola si prevede che il medico specialista, unitamente all’infermiere esperto di cure oncologiche, sia alla Casa della Salute un giorno alla settimana (il martedì). Il paziente sarà sottoposto, il lunedì, al prelievo di sangue per gli esami necessari. Dopo l’oke del medico oncologo, che esaminerà da Piacenza i risultati degli accertamenti ematici, i farmaci saranno preparati a Piacenza dall’Unità di Farmaci Antiblastici (UFA) e verranno inviati a Bettola con le stesse modalità con cui già sono spediti a Bobbio, Fiorenzuola e Castelsangiovanni.