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IPASVI

No vax, incontro patrocinato dall'Ipasvi? No, è una truffa

di Leila Ben Salah

“Vaccini, salute, diritti. Conoscere per capire: due incontri per riflettere insieme”, questo il titolo del secondo incontro previsto ad Asti lunedì 30 ottobre. Incontro no vax, patrocinato dall’Ipasvi di Asti? No, una truffa bella e buona.

Ipasvi Asti patrocina incontro no vax, ma è una truffa

locandina evento no vax

Un dettaglio della locandina dell'evento

L’incontro, che sta già facendo scalpore sul web, segue quello dell’8 ottobre scorso con il dottor Dario Miedico (radiato dall’ordine dei medici di Milano), su “Vaccinazioni pediatriche: tra disinformazione e obbligatorietà”.

Questo secondo meeting punta su “Le vaccinazioni viste da un’altra prospettiva”. Prima ci sarà la proiezione di ”Vaxxed” docu-film di Andrew Wakefield, un documentario dichiaratamente no vax in cui si indagano le possibili correlazioni tra vaccinazioni e autismo (cita la locandina dell’evento).

Una locandina che fa strabuzzare gli occhi a centinaia di professionisti della salute che trovano incredibile come un collegio di professionisti possa sostenere un simile incontro. Dopo il film, ci sarà il dibattito con la dottoressa Rossana Becarelli, medico e antropologa, ex direttrice sanitaria dell’ospedale San Giovanni Vecchio.

A prender così la notizia c’è da urlare allo scandalo. Ma non è così e basta andare un po’ più a fondo alle cose. Verificarle. Lo abbiamo fatto contattando direttamente il presidente dell’Ipasvi di Asti, Domenico Calì, che ci ha spiegato come lui e il collegio tutto siano praticamente finiti in una truffa vera e propria.

Il materiale pubblicitario distribuito per l’evento – spiega Calì - è molto diverso da quello propostoci in sede di richiesta di patrocinio. Dal materiale da noi esaminato, l’incontro del 30 ottobre risultava orientato verso una discussione sull’impatto socio-culturale della legge 191/2017, e andava a integrare un primo evento (previsto per il 18 ottobre) in cui l’argomento vaccini veniva approfondito sotto l’aspetto epidemiologico e della medicina del lavoro. Ma mai e in nessun modo venivano proposti un approccio antivaccinista o delle argomentazioni a suffragio di qualsiasi tesi antiscientifica; men che meno è stato fatto alcun riferimento alla proiezione dello pseudo-documentario “Vaxxed”: figuriamoci se saremmo mai stati così folli da affiancare il nome del collegio a quello di Wakefield. Insomma, una truffa, in cui non siamo caduti per ingenuità, ma perché, proprio essendo infermieri, non immaginiamo neppure mondi in cui per ottenere una cosa evidentemente estorta con l’inganno si imbroglino non solo i professionisti, ma anche i cittadini che assistiamo.

Il logo sospetto: Non Ipasvi ma Ipavsi

A guarda bene si nota che il logo è falso o perlomeno suscita qualche dubbio. Visto che invece di Ipasvi c’è scritto Ipavsi. Nessuno ha autorizzato l’uso del logo – dice Calì -, che peraltro deve autorizzare a monte la Federazione, venuta a conoscenza della vicenda solo a posteriori e nel faidate assolutamente truffaldino in cui ci siamo imbattuti, per di più è stato preso anche il logo sbagliato. Se il fatto in sé non fosse assolutamente deprecabile al punto da far rabbrividire per la sua proposizione e per gli effetti che simili cose possano avere oltre che sulla nostra immagine e sulla nostra professionalità, sulla salute dei cittadini, la cosa farebbe sorridere: truffi e non sei nemmeno capace di farlo fino in fondo, tanto che sbagli anche il logo di chi hai truffato. Un fake di bassa lega, direi.

Ora il collegio corre ai ripari. Intanto via il patrocinio. Siamo stati raggirati per ottenere il patrocinio, che ovviamente ritiriamo – dice infatti Calì -. Il consiglio direttivo è il primo ad essere sconcertato da questa assurda manovra (mai capitata prima d’ora, nonostante i numerosi patrocini concessi e l’accurato procedimento di selezione), della quale, garantiamo, verranno individuati ed eventualmente sanzionati i responsabili. E i nostri legali sono già all’opera, per le opportune diffide e quanto altro riterranno necessario e opportuno: come è sfortunatamente comprensibile, anche tramite provvedimenti legali mancano il tempo e le risorse materiali per ritirare il materiale pubblicitario distribuito dagli organizzatori. Di questo ce ne renderanno conto. Come collegio, ma soprattutto come infermieri: non ci si prende gioco, in alcun modo e per nessuna ragione, della professione.

Giornalista

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