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La disoccupazione Infermieristica nel Lazio è progettata a tavolino

di Marco di Stefano

Professionista della salute

Nel Lazio tutte le strutture sia Pubbliche che Private, compreso il Servizio di Emergenza ARES 118, lamentano una grave carenza di personale Infermieristico. La carenza di fondi pubblici, i ripetuti tagli alla Sanità Pubblica e Privata non rende possibile mantenere un adeguato e professionale servizio ai cittadini.

In pratica, non si riescono a tenere aperti Ospedali, ma anche reparti di degenza, postazioni 118, creando con questo un grandissimo disservizio nelle prestazioni sanitarie dovute ai contribuenti.

Pronto Soccorso pieni fino all'inverosimile, ambulanze quotidianamente bloccate per la carenza di barelle. Pazienti costretti a rimanere anche tre e più giorni su una barella nel Pronto Soccorso perché non ci sono i posti letto per trasferirli.

Basta fare un giro nei vari Ospedali Romani, nei loro Pronto Soccorso, (a sorpresa e non preannunciati) per vedere la miseria delle persone lì ricoverate o in attesa di essere curate e assistite.

Il Terzo Mondo

Ma il perché di come questo avviene spesso non è ben spiegato, non si cerca il "pelo nell'uovo", genericamente si liquida il tutto con il termine "Malasanità".

Spesso in un caso di Malasanità alla domanda del giornalista di turno che chiede perché ciò sia accaduto, un Direttore sanitario risponde, che apriranno un'inchiesta per capire le cause che hanno portato a quell'episodio e i colpevoli saranno puniti. Ma ometterà sempre di dire, che chi ha sbagliato è stato portato a sbagliare, proprio a causa del caos imperante negli ospedali. Il motivo della sciagura, spesso, è provocato proprio da chi gestisce la struttura e che poi, per ironia del caso, dovrebbe egli stesso indagare su questi episodi.  Vicende provocate dalla propria inefficienza e imperizia nell’organizzare il sito ospedaliero affidatogli.

Ma nonostante questi fatti, a dispetto della carenza di personale, non ci sono concorsi pubblici per assumere gli Infermieri, perché dicono che non ci sono i soldi. Ma anche nelle cliniche private non assumono perché anche loro affermano di essere in difficoltà economiche, non ricevendo dalle ASL il dovuto per le prestazioni sanitarie in convenzione erogate. Quindi invece di assumere, licenziano oppure chiedono la Cassa Integrazione.

Ma come, licenziano anche se hanno bisogno di quel personale che mandano a casa…?

Ma dove si è mai visto una qualsiasi azienda non assumere oppure licenziare il proprio personale, anche se di manodopera per quel comparto lavorativo ne ha un estremo bisogno?

In poche parole...la base della malasanità.

Ma nonostante queste gravi problematiche la Sanità laziale va avanti, ma come e perché?

Hanno creato da molto tempo le famose Cooperative sanitarie, organizzazioni che avvalendosi di leggi ad hoc, delle ormai così chiamate famose, “false” partite Iva, riescono a sopravvivere e anche molto bene.

Le Cooperative, dal nome stesso, dovrebbero essere un insieme di soci che svolgono la loro opera in qualsivoglia struttura che la loro Mission preveda, e alla fine dell’anno spartire tra di loro le perdite oppure i guadagni. Quindi perché per chi entra in una Cooperativa necessita l’apertura della Partita Iva?

Il ricorso alla Partita Iva per i soci di una Cooperativa, inoltre, è legittimato da una legge? 

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