RIMINI. Come un matrimonio che inizia con una fase di innamoramento quella fase in cui ci credi, hai sogni e visioni idilliache sei pieno di buoni propositi e vivi di un "amore" incondizionato che ti fa sperare in un futuro radioso. Le fasi successive saranno un po' diverse ma tu ,"innamorato" non puoi saperlo perché non sei un Infermiere ma solo un laureato in scienze infermieristiche che non sa niente della reale vita, dei problemi quotidiani, dei momenti uggiosi, delle situazioni insopportabili, dei disagi mentali che ti crea la convivenza forzata con persone che per libera scelta non avvicineresti mai anzi.
Continui a difendere a spada tratta "la categoria" della quale ti sentì parte ma in realtà sei solo un don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento. Un po' come quelli che (seconda fase o "crisi del 7°anno") si schierano in prima linea per una guerra spietata in difesa di non si sa quale diritto o quale riconoscimento o quale dignità violata in prospettiva di un cambiamento rivoluzionario di massa.
Ecco poi loro sono i primi (3a fase "ma chi me lo ha fatto fare") a trascinarsi nei reparti pensando a sotterfugi per svignarsela in ogni occasione, che vanno avanti per inerzia perche' non hanno alternativa, vogliono o meglio vorrebbero e urlano e inneggiano incazzati alla rivoluzione e al cambiamento ma in realtà non sono disposti a spostarsi di una virgola. Il vero cambiamento di massa avviene se ognuno di noi singolarmente e' disposto a migliorare, senza pretendere che lo facciano gli altri al proprio posto.
C'è molto rancore tra gli infermieri e un continuo senso di disagio quasi una mania di piccolezza e una testardaggine nel volersi continuamente confrontare e scontrarsi con chiunque e soprattutto con una categoria, quella medica, che in realtà non è il giusto termine di paragone (4a fase, forse i single stanno meglio).
E poi quanta ipocrisia! Se a te infermiere ti venisse data la possibilità (immaginari ) di prendere il posto di un medico con le stesse facoltà decisionali con le stesse funzioni lavorative e con lo stesso stipendio, diresti mai di no? Allora d'accordo l'amore e il rispetto x la professione ma la differenza c'e' e come. (5a fase: ci sono ma vorrei essere altrove).
La verità è che abbiano una "fede" che ci lega a tutto questo che difficilmente si riesce a spezzare, niente separazioni ne divorzi ma una strana forza che ci fa andare avanti e che si rinnova ogni giorno, proprio come in uno sposalizio senza ma e senza se.
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