Nurse24.it
Scopri i master di ecampus sanità

testimonianze

Laura Rasero: l'infermiere per diventare specialista deve uniformarsi al modello europeo.

di Domenica Servidio

63469429912dc1ccdb06743287acc7c4

BOLOGNA. Tra i parteciparti alla VII Conferenza Nazionale IPASVI delle Politiche della Professione Infermieristica anche il Prof. Associato dell’Università degli Studi di Firenze Laura Rasero, la quale nella sua relazione sulle competenze dell’infermiere specialista ha evidenziato alcuni aspetti molto interessanti.

In particolar modo quando parla di competenze infermieristiche avanzate nella attuale realtà italiana, viene fatta una riflessione su quanto poco di specialistico ci sia nel contesto italiano. Tra i pochi esempi che possono essere considerati, si fa riferimento alle piccole realtà esistenti, quali i picc-time e  l’infermiere esperto in wound care.

 

La prof.ssa Rasero afferma che è necessario ripensare al percorso formativo, partendo dalla formazione di base. Per alcune discipline analoghe a diverse figure professionali, la docente propone l’introduzione di percorsi multi-disciplinari che permettano a medici, infermieri, fisioterapisti etc di seguire insieme le lezioni; importante inoltre la valutazione dei curricula formativi.

 

La Legge 43 del 2006 dispone che per l’infermiere possa essere istituita la funzione di coordinamento a seguito del conseguimento di un Master di I livello in Management. Rivalutare i percorsi formativi significa scegliere di applicare percorsi che portino ad una laurea di tipo specialistico, che possa uniformarsi agli altri Paesi europei, realtà nelle quali, quando si parla di Master si fa riferimento alla nostra attuale Laurea Magistrale.

 

Il Master attualmente in Italia prevede il conseguimento di 60 CFU (Crediti-Formativi-Universitari), la Laurea Magistrale 120 CFU. Per evitare ulteriori confusioni tra il contesto italiano e quanto già previsto negli altri stati europei è necessario che la terminologia venga riconosciuta a livello europeo e vengano rivalutati gli stessi CFU.

 

Risulta quindi necessario per la crescita della professione, il continuo confronto tra le Università, la Federazione Nazionale IPASVI e le Regioni. Solo partendo dalla conoscenza dei percorsi europei anche l’Italia potrà auspicare al cambiamento che merita.

NurseReporter

Commento (0)