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Conoscere la Legge 219, il documento comune sul fine vita

di Redazione

Segna un cambiamento culturale il documento e glossario Conoscere la Legge 219/2017 sulle norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento. Presentato oggi nella sede dell'Ordine degli Psicologi del Lazio, punta infatti sul valore dell'équipe multidisciplinare.

Documento Legge 219 segna collaborazione medici, psicologi e infermieri

È la prima volta che tre ordini professionali - medici, infermieri e psicologi - si riuniscono e riconoscono l'importanza reciproca delle varie categorie.

Il documento presentato oggi è il frutto del lavoro di un anno di una vera équipe multidisciplinare che, dando vita a un glossario, chiarisce ai cittadini e agli operatori sanitari i contenuti della legge 219, precisa Monia Belletti, coordinatrice del gruppo di lavoro delle cure palliative dell'Ordine degli Psicologi del Lazio, promotore del tavolo di lavoro nato nel 2017.

L'obiettivo è comune ed è presente in tutti i contesti dove si evince il bisogno di salute. Ogni figura professionale può fare molto, esplicitando le sue competenze in un ambito di cooperazione forte.

Noi infermieri siamo in prima linea e abbiamo approfondito in questo lavoro le responsabilità infermieristiche essendo vicini alla persona h24, ma anche alle famiglie. Le nostre competenze mirano al rispetto della dignità e all'autonomia della persona.

La legge 219 ha dato su questi punti una risposta e sta a noi declinare le professionalità, i modelli organizzativi e assistenziali.

Sono 49 i termini ripresi dalla legge 219 e successivamente analizzati nel glossario. Per ognuno di essi viene spiegato il riferimento nella legge e il suo significato etimologico.

A livello nazionale, secondo Antonio Magi, presidente Omceo Roma, assistiamo ad una situazione particolare: all'emanazione di molte leggi e di molte riforme, ma manca la capacità del legislatore di scrivere bene queste leggi. Quando esce una norma, spesso ha già perso la motivazione con cui era nata e per applicarla occorrono i decreti attuativi. Le leggi, inoltre, non sono fatte rapidamente e mentre si aspettano i decreti attuativi, cade il governo e cambia la legislatura. Allora chi farà poi questi decreti attuativi?

La magistratura - spiega Magi - che con le sentenze ci dice come si interpreta una legge. Purtroppo però i tribunali non la pensano tutti allo stesso modo e abbiamo a volte sentenze contraddittorie con cittadini sempre più confusi. Lo vediamo con il problema dei vaccini, le Dat, la responsabilità professionale. Qui intervengono gli ordini professionali - puntualizza il medico - che a tutela dei diritti del cittadino fragile, perché malato, possono lavorare insieme e colmare questo vuoto.

Spiegare una legge significa emanare delle linee guida - afferma il presidente Omceo Roma - con la legge 3/2018 gli ordini professionali sono organi sussidiari dello Stato, che possono fare delle linee guida. In questo modo, potremmo anche indicare alla Magistratura una linea di confronto. Se poi gli ordini professionali in maniera condivisa, come sulle Dat, elaborano insieme una linea guida è ancora meglio.

Nella legge 219 c’è il consenso informato: Bisogna far capire che il cittadino può cambiare idea continuamente - continua Magi - spero che questo lavoro sia solo un inizio, che dia un ruolo agli ordini professionali chiamati ad aprire le loro porte ai cittadini.

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