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L'intervista

L’infermiera poetessa nell’antologia di Alessandro Quasimodo

di Leila Ben Salah

Una delle sue poesie farà parte dell’antologia della casa editrice Aletti “Alessandro Quasimodo legge i poeti contemporanei”. Lei, Maria Teresa Chechile, è un’infermiera e lavora all’ospedale Carlo Urbani di Jesi.

Maria Teresa Chechile: Il mio lavoro è entrare in un mondo che è poesia

La raccolta cartacea uscirà a giugno accanto a un cd e a un ebook. E una copia del volume sarà depositata nella Biblioteca Nazionale di Firenze, in quella Centrale di Castro Pretorio a Roma e, sempre nella capitale, nella Biblioteca Alessandrina dei Beni Culturali.

Insomma, un bel trampolino di lancio per Maria Teresa Chechile che, confessa, è la prima volta che una sua poesia viene pubblicata. Eppure scrive da quando era piccola e nei suoi versi traspare tutto il senso della professione infermieristica.

Maria Teresa, infatti, lavora all’ambulatorio di pneumologia e fa dell’umanizzazione delle cure il senso stesso della professione. Per lei il rapporto con il paziente è al primo posto. La sofferenza umana non si traduce solo in sentimenti, emozioni di un vissuto – ci racconta l’infermiera poetessa -, ma anche nel vissuto delle altre persone, che diventa anche tuo. L’umanizzazione nella mia professione io ce la metto e ce la vedo sempre. Non si tratta di seguire solo un protocollo, ma è tutto un entrare in un mondo che poi è poesia.

Giornalista
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