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Mancano troppi infermieri, via il blocco delle assunzioni

di Redazione

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ROMA. In Italia c’è un bisogno enorme di infermieri: ne mancano almeno 70 mila per stare nella media OCSE. Sono soprattutto loro che fanno la sanità. Investire sull’infermieristica vuol dire migliorare la salute della popolazione e dunque ridurre la spesa sanitaria. Perciò bisogna sbloccare subito le assunzioni.

Intervenendo a Radio3 Rai, il presidente del Collegio IPASVI di Roma e vice-presidente della Federazione Nazionale IPASVI, Gennaro Rocco ha ribadito i rischi di tenuta del Servizio Sanitario Nazionale a causa della grave carenza degli organici infermieristici proprio mentre, paradossalmente, cresce il numero dei colleghi disoccupati.

 

Fra i casi segnalati in diretta dagli ascoltatori, quello emblematico di una Asl della provincia di Rovigo che ha bandito il concorso per un posto da infermiere ricevendo circa 4 mila domande di partecipazione.

 

Il direttore generale della Asl in questione ha chiarito che il concorso serve ad attivare una graduatoria destinata a scorrere, l’unica soluzione praticabile per iniziare ad assumere gli infermieri che mancano. Il caso ha offerto lo spunto per rilanciare con forza anche sui media la drammaticità della situazione e le soluzioni possibili. “La necessità di infermieri è ormai un’emergenza in quasi tutte le strutture sanitarie - ha sottolineato il presidente Rocco - dove si continua a non assumere per il blocco del turn over.

 

Spesso le Aziende e le strutture sanitarie aggirano il problema rivolgendosi a cooperative, società di servizio, agenzie di lavoro temporaneo ecc. che offrono professionisti a volte senza garantire loro pari opportunità contrattuali con i colleghi che lavorano come diretti dipendenti della aziende. E’ un vortice senza sbocchi. La verità è che non si ha il coraggio di sbloccare i concorsi anche quando si potrebbe.

 

La riorganizzazione della rete dei servizi sanitari richiede più sanità territoriale: apriamo all’infermiere di famiglia, attiviamo più ambulatori infermieristici, sviluppiamo le case della salute.

 

Una buona riorganizzazione dei servizi sul territorio migliora la salute dei cittadini, riduce i ricoveri in ospedale, produce a medio termine risparmi notevoli per il sistema e comporterebbe, secondo il Censis, l’arruolamento di oltre nuovi 20.000 infermieri. E, in questi tempi di crisi, non è cosa da poco”.

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