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editoriale

Nurse, do you speak English?

di Domenica Servidio

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PESARO. L’inglese è una lingua che dovremmo tutti noi conoscere per affrontare al meglio l'assistenza verso i turisti stranieri. La diffusione dell’inglese non è poi così diversa da quello che rappresentò nell’antichità il greco. Chi infatti all’epoca non parlava la lingua greca veniva considerato “barbaro”. Tra il ‘500 e il ‘600 anche l’italiano è stata considerata lingua internazionale, parlata nelle corti e nei viaggi continentali. La predominanza del francese si ebbe nelle corti europee ed arrivò fino alla nobiltà russa, che si esprimeva in dialetto parigino piuttosto che nell’idioma della propria, santa, “Madre Russia”. Oggi inoltre quasi un miliardo e mezzo di persone parlano il cinese ma questa lingua, nonostante i commerci incessanti, pare non aver preso piede.

L’inglese si è così diffuso grazie alla musica, ad internet, al commercio e alla globalizzazione che impone modi di dire, impone i nomi degli utensili che usiamo quotidianamente con nomi derivati dalla cultura anglosassone. Basti pensare al computer (ed ai suoi derivati), che i francesi si ostinano a chiamare ordinateur, piuttosto che dare soddisfazione ai loro rivali di oltremanica (Chialastri, A., 2011).

 

Tra gli infermieri è diffusa la conoscenza dell’inglese? C’è chi lo parla bene, chi si ostina a frequentare corsi di formazione per miglioralo, chi lo capisce ma non sa come farsi comprendere, chi non si sente predisposto alla lingua e c’è chi utilizza la comunicazione non verbale per superare la barriera linguistica con il paziente.

 

Uno studio europeo afferma che parlare l’inglese è un problema di 8 italiani su 10 con appena il 20% in grado di sostenere una conversazione. Peggio di noi solo gli spagnoli e i portoghesi. I più virtuosi risultano essere invece olandesi, svedesi e danesi. Sicuramente un’esperienza all’estero potrebbe essere l’arma giusta da sfruttare per imparare la lingua, ma questo non sempre è possibile.

 

Nel piano di studio di ogni infermiere vi è l’obbligo del superamento dell’esame d’inglese. Attualmente di supporto agli infermieri vi sono innumerevoli testi scientifici in lingua inglese che offrono allo studente e al docente un vasto repertorio a cui attingere per l’apprendimento/insegnamento dell’inglese scientifico utile negli studi e nell’attività futura del professionista della salute.

 

E’ noto infatti che per realizzare e offrire le migliori cure possibili, nonché per mettere in atto in maniera efficace il prendersi cura delle persone, mandato essenziale delle professioni infermieristiche, sono necessari il reperimento, la consultazione e l’analisi della letteratura delle evidenze scientifiche più recenti.

 

Una buona conoscenza della lingua inglese costituisce inoltre una competenza per la comunicazione con pazienti provenienti da paesi stranieri, come i migranti che sempre più sono presenti nei luoghi di cura deputati all’assistenza.

 

Consapevole che aldilà della conoscenza dell'inglese vi siano innumerevoli altre problematiche che preoccupano oggi gli infermieri italiani, è comunque interessante riflettere su ciò che affermò a riguardo Marta Nucchi, professore associato di Scienze Infermieristiche generali, cliniche e pediatriche dell’Università degli Studi di Milano:“Ritengo indispensabile la conoscenza dell’inglese, base linguistica comune della letteratura internazionale del settore. La consultazione dei data-base scientifici sarà senza dubbio facilitata da una buna conoscenza dell’inglese appresa durante gli studi universitari. Le scienze infermieristiche, oltre ad attingere alle conoscenze emerse dalla ricerca, oggi più che mai devono realizzare ricerche e diffondere il proprio bagaglio di cultura scientifica e umanistica: la lingua inglese è, sicuramente, un mezzo per realizzare questo obiettivo”.

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