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Personale Sanitario: salute e sicurezza sono realmente garantiti?

di Angelo

infermiere burnout

I diritti e i doveri del datore di lavoro e del lavoratore sono entrati a far parte di un unico Testo Unico già nel 2008. L'ottima pratica della Gestione del Rischio.

Quando si parla di salute e di sicurezza dei lavoratori non si può che far riferimento all'art. 2087 del Codice Civile, ai diritti di chi presta l'opera in base all'art. 9 della Legge 300/70 (Statuto dei Lavoratori) e agli obblighi del datore di lavoro. E ciò vale dappertutto, anche nell'ambito dell'assistenza sanitaria ed Infermieristica.

L'impresa, sia essa pubblica che privata, ha il dovere di adottare per i suoi dipendenti o collaboratori (anche per i volontari) le necessarie misure per la salvaguardia del lavoratore. E ciò in maniera anche particolareggiata e in riferimento al tipo di lavoro, all'esperienza dell'operatore e alla tecnica da usare.

Il lavoratore, sia nel pubblico che nel privato, ha il diritto a di controllare mediante le loro rappresentanze l'attuazione di tutte le norme di prevenzione dei rischi (infortuni, malattie professionali, ecc.) e di promuovere proposte di studio e di revisione finalizzate alla miglioria delle condizioni lavorative.

Il lavoratore ha l'obbligo di rispettare le disposizioni aziendali, se esse non vanno contro i dettami della legge e del quieto vivere.

Risk Management

Il Risk Management è fondamentale per garantire sicurezza e salute dei lavoratori.

 

Dal 1 gennaio 1948, con l'avvento della Costituzione della Repubblica Italiana, lo Stato ha sempre agito nell'interesse della collettività e nel nostro caso specifico di quello dei lavoratori. Lo ha fatto emanando Leggi sempre più specifiche e mirate atte a garantire l'incolumità di chi opera.

Quando parliamo di obblighi di sicurezza non parliamo solamente di attrezzature, strumentazioni e servizi, ma anche di luogo di lavoro: l'ambiente deve essere sicuro e il datore deve garantire l'assenza di danni per la salute a breve, medio e lungo termine. Ciò nella consapevolezza che esistono lavori che sono più a rischio di altri. Per esempio, in un Ospedale i rischi devono essere analizzati tenendo conto della presenza dei pazienti e dei loro familiari.

Nel campo del Sistema Sanitario Nazionale e Regionale gli ambiti lavorativi (e le professioni che cooperano nell'interesse del paziente) sono tantissimi. Esistono ruoli, competenze e conoscenze che devono comunque interagire continuamente tra loro. Molte aziende sanitarie e strutture di cura, per esempio, da qualche tempo hanno messo in piedi delle vere e proprie organizzazioni / gruppi di lavoro che si occupano esclusivamente di questo argomento. In tutti i casi si punta sulla prevenzione e sulla formazione del personale, senza trascurare minimamente il controllo periodico e costante.

Nel 2008 è stato approvato il Decreto Legislativo n. 81, che ratificava quanto di buono sancito dalla Legge 626/94 e dalla direttiva europea n. 391/1989. Con la Legge 81/2008 per la prima volta si prendeva in considerazione tutti gli ambiti lavorativi nel loro insieme. La normativa faceva e fa riferimento alle tipologie di rischio in maniera generica e specifica. Ogni lavoratore subordinato/autonomo o categoria ad essa assimilabile (compreso i contratti di collaborazione a tempo e i volontari che pestano la loro opera dietro rimborsi spese o gratis) ha il diritto ad essere tutelato.

Nel testo del Decreto Legislativo vi sono tutti i diritti e i doveri del Datore e del Lavoratore in termini di salute e sicurezza.

Cosa prevedono le Misure generali di tutela?

  1. la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza;
  2. la programmazione della prevenzione, mirata ad un complesso che integri in modo coerente nella prevenzione le condizioni tecniche produttive dell'azienda nonche' l'influenza dei fattori dell'ambiente e dell'organizzazione del lavoro;
  3. l'eliminazione dei rischi e, ove cio' non sia possibile, la loro riduzione al minimo in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico;
  4. il rispetto dei principi ergonomici nell'organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo;
  5. la riduzione dei rischi alla fonte;
  6. la sostituzione di cio' che e' pericoloso con cio' che non lo e', o e' meno pericoloso;
  7. la limitazione al minimo del numero dei lavoratori che sono, o che possono essere, esposti al rischio;
  8. l'utilizzo limitato degli agenti chimici, fisici e biologici sui luoghi di lavoro;
  9. la priorita' delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale;
  10. il controllo sanitario dei lavoratori;
  11. l'allontanamento del lavoratore dall'esposizione al rischio per motivi sanitari inerenti la sua persona e l'adibizione, ove possibile, ad altra mansione;
  12. l'informazione e formazione adeguate per i lavoratori;
  13. l'informazione e formazione adeguate per dirigenti e i preposti;
  14. l'informazione e formazione adeguate per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;
  15. le istruzioni adeguate ai lavoratori;
  16. la partecipazione e consultazione dei lavoratori;
  17. la partecipazione e consultazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;
  18. la programmazione delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, anche attraverso l'adozione di codici di condotta e di buone prassi;
  19. le misure di emergenza da attuare in caso di primo soccorso, di lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave e immediato;
  20. l'uso di segnali di avvertimento e di sicurezza;
  21. la regolare manutenzione di ambienti, attrezzature, impianti, con particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza in conformità' alla indicazione dei fabbricanti.


Le misure relative alla sicurezza, all'igiene ed alla salute durante il lavoro non devono in nessun caso comportare oneri finanziari per i lavoratori.

Ma quali sono i rischi per gli operatori sanitari e per gli Infermieri in particolare?

La gestione del rischio (o risk management), di cui da un po' di anni si parla, è fondamentale ai fini della predisposizione di provvedimenti idonei a garantire sicurezza e salute sui luoghi di lavoro.

I rischi che potrebbero minacciare il lavoratore sono tanti:

  1. trasversali-organizzativi (turni, stress, conflitti, ecc.);
  2. infortunistici (gestione taglienti ed aghi, possibili incendi, utilizzo apparecchiature medicali, ecc.);
  3. igienico-ambientali (agenti chimici, fisici e/o biologici, movimentazione dei carichi e dei pazienti, radiazioni, ecc.).


Prevenire, formare, informare, rimettersi in gioco continuamente, controllare, cercare soluzioni: sono le parole chiave per garantire ai lavoratori da parte delle aziende il massimo della sicurezza, a tutela del benessere e della salute di chi opera.

Per finire, in Italia per fortuna abbiamo degli organi finalizzati alla tutela della professione infermieristica:

  1. La Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI;
  2. I Collegi IPASVI territoriali;
  3. Le associazioni che si occupano di aree specifiche dell'assistenza infermieristica;
  4. I sindacati di categoria;
  5. I tribunali competenti;
  6. Le Dirigenze Infermieristiche.

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