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Punture accidentali da taglio e da punta nel settore ospedaliero

di Redazione

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La categoria maggiormente esposta al rischio risulta essere quella degli infermieri che rappresenta 2/3 del totale degli operatori sanitari. Il decreto legislativo 19 del 19 Febbraio 2014 per la sua regolamentazione.

REDAZIONE. Infermieri, medici, veterinari, dentisti, addetti allo smaltimento dei rifiuti corrono ogni giorno il rischio di ferirsi accidentalmente con aghi di siringhe utilizzati e di contrarre gravi infezioni quali per esempio Epatite B, Epatite C, HIV. Con il 41% dei casi sul totale, gli infortuni a “rischio biologico” rappresentano, infatti, i primi infortuni in ambito sanitario (seguito dai “traumi”, che costituiscono il 30% dei casi).

Un fenomeno che registra ogni anno in Italia circa 100.000 incidenti (65.000 notificati; circa il 50% non viene dichiarato), 1.200.000 in Europa. Nel Mondo ogni anno sono 3.000.000 gli incidenti con pungente o tagliente contaminato (170.000 HIV; 2.000.000 Epatite B; 900.000 epatite C). Il 37% delle epatiti B, il 39% delle epatiti C e il 4,4% delle infezioni da HIV contratte dagli operatori sanitari sono direttamente riconducibili ad un’esposizione professionale, di tipo percutaneo, a materiali biologici infetti.

La puntura accidentali con aghi cavi è la modalità di esposizione più pericolosa, da cui consegue il maggior numero di sieroconversioni all’HIV, HCV e HBV; e sebbene queste malattie costituiscano i rischi più comuni, sono oltre sessanta gli agenti patogeni trasmissibili per via ematica.

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Una puntura da ago.

La categoria maggiormente esposta al rischio risulta essere quella degli infermieri che rappresenta 2/3 del totale degli operatori sanitari, seguiti dai medici e da altre categorie professionali.

E’ bene considerare la grave tensione, la frustrazione, il disagio psico-fisico e le conseguenze di un’eventuale malattia a cui è sottoposto l’operatore infortunato; il coinvolgimento della famiglia che si trova a vivere le stesse ansie e sofferenze; il coinvolgimento dell’intera organizzazione ospedaliera a livello morale e legale.

In tale contesto, va anche valutato l’impatto economico, in quanto il costo medio relativo alla diagnostica, alla profilassi e al monitoraggio post-esposizione è di circa 850 Euro ad evento, per un totale di 72 milioni di Euro. A ciò si aggiungono i costi indiretti dovuti, ad esempio, alla perdita di produttività (giorni di assenza dal lavoro e/o sottoimpiego) e all’eventuale risarcimento del danno subito dall’operatore (costi, questi ultimi, che raggiungerebbero in caso di malattia grave contratta per ragioni professionali l’ordine di grandezza delle centinaia di migliaia di euro per evento).

In considerazione quindi della gravità del problema, il Decreto legislativo 19 febbraio 2014 n.19 che dà attuazione alla Direttiva Europea 2010/32/UE in materia di prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario, stabilisce regole ferree che obbligano il datore di lavoro a provvedere alla sicurezza degli operatori, assicurandosi che il tutto personale sanitario (anche gli studenti in formazione e i sub-fornitori) sia formato e dotato di risorse adatte a operare in condizioni di sicurezza

Dovrà quindi adottare dispositivi medici dotati di meccanismi di sicurezza ad hoc e vietare il reincappuciamento manuale degli aghi in assenza di dispositivi di protezione e di sicurezza per le punture

La mancata obbedienza del datore di lavoro al decreto legislativo comporteranno l’arresto da tre a sei mesi o un’ammenda da 2.740 euro a 7.000 Euro.

Sul mercato sono disponibili soluzioni al problema, economico, tascabile e interamente made in Italy!

Fonti:

  • Indagine dell’Associazione Italiana Responsabili Servizi Prevenzione e Protezione Aziende Sanitarie (AIRESPSA) 2002, 2004, 2006.
  • Assobiomedica - Centro studi di Economia Sanitaria, diretto da Ernesto Veronesi
  • Puro V., De Carli G., Segata A., Piccini G., Argentero P.A., Signorini L., Daglio M., Penna C., Marchegiano P., Miniero M., Cinti G., Tavanti L., Maggiore A., Sossai D., Micheloni G., Ippolito G. per SIROH. Aggiornamenti in tema di epidemiologia delle malattie infettive occupazionali trasmesse per via ematica. G Ital Med Lav Erg 2010: 32:3, 235,239.
  • Resoconto interno SIROH (Studio Italiano Rischio Occupazionale da HIV) gennaio 1992 - dicembre 2009.
  • Rapiti E, Prüss-Üstün A, Hutin Y. Sharps injuries: assessing the burden of disease from sharps injuries to health-care workers at national and local levels. Geneva, World Health Organization, 2005 (WHO Environmental Burden of Disease Series, No.11).
  • Direttiva Europea 2010/32/UE "Prevention from sharp injuries in the hospital and healthcare sector", D.Lgs. 19 febbraio 2014, n. 19.

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