Le ragioni che spingono un infermiere neolaureato ad emigrare all'estero sono tante, ma io vi parlerò della mia personale motivazione: ho conseguito la Laurea in Infermieristica a novembre 2016 e guardandomi attorno non ho trovato molte possibilità lavorative di tipo concorsuale. Vincere un concorso per infermieri in Italia significa superare una prova preselettiva, una prova scritta, una prova pratica ed una prova orale; tutto questo non esiste all’estero o, almeno, non nella realtà irlandese che io ho vissuto. Dall’ospedale presso cui poi ho iniziato a lavorare ho avuto la possibilità di sostenere il colloquio due mesi prima della laurea e, una volta conseguita quest’ultima, a loro p bastato ottenere il mio certificato di Laurea. Quindi scegliere la strada del lavoro all’estero può significare ottimizzare i tempi e riuscire a lavorare più in fretta.
Lingua straniera: scoglio insormontabile o reale possibilità di crescita?
Ho sempre pensato che imparare una seconda o anche una terza lingua sia una delle poche chiavi che ti permettono di sentirti forte nel mondo del lavoro e nella vita. Le nostre scuole italiane - almeno quelle che ho frequentate io e altre di cui ho dirette informazioni grazie a colleghi che mi parlano di come e quanto studino i propri figli - non preparano affatto lo studente e futuro uomo/donna in carriera dal punto di vista delle lingue, ci sarebbe bisogno di investire maggiormente sul fronte lingue straniere offrendo maggiori materie di studio oltre che un migliore programma.
All’estero, come ad esempio in UK, i ragazzi studiano 3 lingue già dalla scuola primaria (a scelta dello studente/genitore, ma pur sempre 3 lingue che faranno parte di un bellissimo bagaglio culturale del bambino).
Durante il terzo anno del corso di laurea in Infermieristica ho iniziato a capire come poter studiare realmente la lingua inglese ed ho così iniziato a chiedere informazioni a varie scuole d’inglese della mia città, che si sono rivelate troppo costose per le mie tasche. Così ho dovuto cercare una strada alternativa e ho iniziato a studiare inglese da autodidatta.
Ho affrontato questo percorso di vita assieme al mio compagno, anche lui infermiere e motivato come me a vivere l’avventura, quindi ci siamo confrontati e abbiamo iniziato a organizzare lo studio considerando che eravamo sommersi da esami e dalla preparazione della tesi. Lo studio era basato sullo scegliere dal vocabolario tutte le parole che ci sarebbero servite nella vita quotidiana e nella vita lavorativa, seguire corsi gratuiti online di inglese partendo da un livello basso per arrivare poi ad un B2, guardare film in lingua con e senza sottotitoli in inglese, ascoltare musica in inglese, creare dei mini dialoghi quotidianamente.
È stato un processo costante e continuo iniziato nel mese di marzo e terminato nel marzo dell’anno successivo, perché abbiamo dovuto attendere le tempistiche della burocrazia: tribunali, ministero italiano dell’istruzione, OPI, albo irlandese (NMBI), ospedale, università.
Documenti richiesti dall’NMBI e dalla struttura ospedaliera irlandese
Per potersi trasferire è fondamentale avere questi documenti tradotti:
- Certificato penale del casellario giudiziale rilasciato dal Ministero della Giustizia italiano
- Dichiarazione giurata del traduttore scelto per la traduzione dei vari documenti
- Certificazione vaccinale
- Esami ematochimici
- Iscrizione all’albo italiano e all’ordine irlandese (NMB)
- Attestato di laurea (rilasciato dall’Università)
- Documento di riconoscimento
- Documenti forniti dall’ospedale presso cui si andrà a lavorare
Trovare un alloggio per le prime settimane
A Dublino ci sono vari ospedali o nursing home che offrono una momentanea casa o camera in una casa in comune, ma nel mio caso purtroppo così non è stato. Ho dovuto cercare in autonomia e internet è stato chiaramente d’aiuto: ho trovato una camera doppia in una casa condivisa offerta da una signora gentilissima, che offriva la propria casa e il proprio aiuto a 3 o 4 persone.
È così che questa è stata la prima nostra sistemazione, presso cui io ed il mio compagno siamo rimasti per circa 2 settimane mentre cercavamo un alloggio solo per noi, più vicino al lavoro che poi abbiamo trovato.
Quanto guadagna un infermiere in Irlanda
In Irlanda lo stipendio di un sanitario è tanto più sostanzioso se comparato ad uno stipendio percepito in Italia: considerate che in Irlanda ci sono dei reali scatti di anzianità di servizio, passando da un livello basico definito “JUNIOR” ad uno intermedio, definito “INTERMEDIATE” ed uno finale definito “SENIOR”. Il raggiugimento dello step successivo si ottiene ogni 3 anni circa e a questo corrisponde un aumento (notevole) salariale ad ora.
Vero è che le spese quotidiane sono più alte rispetto a quanto accade in Italia, ma sono comunque adeguate agli stipendi (gli affitti, ad esempio, non sono tanto diversi da quelli che si possono pagare in città italiane come Milano, Roma o Firenze).
Aspetti negativi del vivere in all’estero
Sulla base della mia esperienza posso dire che le note dolenti sono da ricercarsi nel clima, nelle abitudini di vita e nel cibo. Il clima irlandese è caratterizzato da pioggia/umidità quasi per l’intero anno, giornate lunghe in estate e cortissime in inverno, le temperature sono paragonabili a quelle del nord Italia (sfato il mito della eccessiva rigidità delle temperature irlandesi).
Per il capitolo cibo, la cucina irish è la contaminazione di proprie ricette con ricette italiane, spagnole, indiane, filippine, inglesi, portoghesi grazie alla radicata presenza di queste diverse culture sul suolo irlandese.
Team di lavoro multidisciplinare e multietnico
Il team lavorativo in cui sono stata inserita e che mi ha accolta ed aiutata per tutto il mio percorso professionale era variegato: ero l’unica italiana, i miei colleghi erano irlandesi, indiani, ungheresi, filippini, cinesi e portoghesi. All’inizio non è stato facile riuscire a comprendere i differenti accenti, ma poi tutto migliora.
Lavorare con queste persone mi ha permesso di allargare le mie vedute perché ho potuto apprendere nuove culture, religioni, usanze, tradizioni, stili di vita, cibi. Ho trovato persone buone e grandi professionisti, dediti al loro lavoro e pronti ad aiutarti nel momento di difficoltà.
Nella mia realtà lavorativa il team multidisciplinare - formato da logopedisti, infermieri, psicologi, medici, coordinatori, dietisti – settimanalmente si riuniva per discutere dei singoli casi, sull’evoluzione ed involuzione dei pazienti, sulla possibilità di eseguire dimissioni protette. Si discuteva poi circa la possibilità di ridurre gli stupefacenti in uso, si faceva un report delle contenzioni fisiche o farmacologiche in uso, delle cadute e problematiche varie e al termine ci si interfacciava con le famiglie dei pazienti, che erano sempre aggiornate.
Parlo di “quasi realtà”, perché nell’équipe in cui lavoravo io, nonostante avessi a che fare con personale con tanta esperienza e “gerargicacmente” superiore, ci si interfacciava serenamente e ogni punto di vista era importante e considerato. C’era equità, rispetto ed aiuto reciproco.
Corsi da superare per ogni procedura infermieristica
A Dublino il corso di laurea per diventare infermieri è spalmato su 4 anni e durante i primi 3 si seguono le lezioni, si sostengono esami e si fa tirocinio (ci sono dei limiti nella pratica degli studenti: ad esempio non è permesso loro, durante tutti e 4 gli anni, di posizionare un CVP o eseguire una venipuntura). Il quarto ed ultimo anno è dedicato solo al tirocinio pratico.
Sulla base di ciò gli infermieri neo-laureati non hanno tutte le basi utili per il lavoro quotidiano; è per questo che, dopo essere stati assunti (di solito nello stesso ospedale dove hanno seguito il corso di Laurea e i tirocini), seguono vari corsi di formazione pratici e teorici organizzati dallo stesso ospedale per poter ottenere l’abilitazione all’esecuzione di specifiche procedure (ad esempio per la venipuntura, per il SNG, per l’EGA).
Sulla base di questa organizzazione tutti i nuovi infermieri, anche se provenienti da altre realtà, come me, dovevano seguire tali corsi ed ottenere l’abilitazione.
Riconoscimento delle specializzazioni infermieristiche
Per quello che ho potuto vivere io a Dublino le aziende permettono la crescita professionale del professionista sanitario e, anzi, la finanziano. Ad esempio, c’era un infermiere che si dedicava solo al wound care e veniva chiesto il suo intervento nelle varie unità operative per consulenze e per fare corsi di formazione aggiornamento. C’era l’infermiere specializzato nelle nutrizioni parenterali che, con il supporto di un collega Dietista, poteva prescrivere le nutrizioni più idonee per ogni paziente.
Inoltre c’era la possibilità di frequentare corsi di specializzazione (simili ai nostri Master di 1 livello) offerti dall’ospedale per diventare anesthetic nurse, per diventare infermiere geriatrico e per diventare CNM1 – CNM 2 E CNM3 (questi sono i 3 differenti livelli di coordinamento) e così via.
- Articolo a cura di Camilla Cetola - Infermiera
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