Di miele, i cittadini, ne hanno?
Nell'epoca post-pandemica si parla sempre di più di aumento del tasso di povertà, peggiore qualità di vita e del sistema sanitario dalla spesa insostenibile
”Il vero problema è che sino ad ora,
lo sviluppo economico è stato regolato essenzialmente dalla dura legge del profitto.
Nell'interesse del capitale di certi privilegiati.
Il popolo ha lavorato forte,
il ritmo delle officine è diventato così intenso
che esaurisce un uomo in non molti anni.
Ma è accaduto proprio come per le api,
nell'amaro verso nel quale Virgilio accusava i profittatori dell'opera sua,
Ricordate voi fate il miele con api,
ma solo altri lo godono".
(Palmiro Togliatti)
In molti ospedali italiani ci sono viali alberati, piccoli giardini e aiuole, percorsi di vita naturale per stimolare l'attività fisica. Il routinario e quotidiano gesto di passeggiare per strada non ci fa accorgere del cambiamento dell'ambiente circostante con il susseguirsi delle stagioni.
L'inverno, sempre più corto e mite con la natura affaticata da temperature calde e precipitazioni scarse, cede il passo ad una primavera anticipata. Il ronzio delle api sul rosmarino irrompe in questo inverno dall'aspetto primaverile.
All'uscita dei turni notturni dall’ospedale mi soffermo spesso a osservare il meticoloso ed estenuante lavoro condotto dalle squadre apistiche di bottinatrici sui fiori presenti nei pochi angoli verdi della struttura ospedaliera.
Un microcosmo costituito da insetti così piccoli come può avere una società così tanto ben organizzata?
Gli insetti appartenenti ad Apis mellifera hanno una società ben organizzata dove sono presenti tre tipi di api: le operaie, i fuchi e la regina. Nell'immaginario comune, si ritiene che la regina abbia un filo conduttore sul dominio dell'alveare, ma in realtà non è così.
Sono le api operaie a decidere tutto, scegliendo dalle modalità al luogo di ovideposizione della regina, al momento in cui sostituire la sovrana regnante. Lo spregiudicato numero di operaie e il loro continuo lavoro al di fuori della loro casa, l’alveare, le espone continuamente agli stimoli ambientali.
Il destino di questa democratica e laboriosa società è sorretto dalle api operaie. Nelle loro mani c'è in gioco la sopravvivenza dell'intera colonia e specie, con un regno e sempre nuove possibili regnanti. L'unico obiettivo è il bene della loro numerosa famiglia, il gruppo viene prima del singolo. Degli esserini così piccoli ma coesi rispecchiano un mondo tanto diverso ed irraggiungibile per l'uomo e la sua società.
Purtroppo, per l'uomo, la legge del profitto è alla base dello sviluppo economico e costituisce l’interesse del capitale di alcuni privilegiati a scapito del popolo. I riflettori non arrivano spesso ad illuminare l’altra faccia della medaglia di questo mondo, le persone comuni che affrontano tutti i giorni la grossa mole di lavoro che minaccia di schiacciare la loro stessa sopravvivenza.
Come se la "catena di montaggio" del sistema aziendalistico fosse diventata così veloce da seguire che esaurisce l'uomo in pochi anni, senza che esso stesso possa godere di un reale beneficio per la sua esistenza.
Un parallelismo può essere fatto con le melisse descritte nell’Eneide. Dalla prosa dell’amaro verso dell’opera, Virgilio si scaglia contro quei “profittatori” che senza alcuno scrupolo godono del miele delle api.
Quanto il popolo è simile a quelle operaie? Quanto quei privilegiati sono simili agli uomini dell’Eneide di Virgilio?
Nell'epoca post-pandemica si parla sempre di più di aumento del tasso di povertà, peggiore qualità di vita e del sistema sanitario dalla spesa insostenibile . Ci si chiede, quasi, quale tassello dell'evoluzione sia saltato o regredito per arrivare a questa condizione. Come se l'uomo avesse perso l'istinto animale basilare di provvedere alla propria specie e non al singolo individuo.
Le scarse risorse per l'assistenza sanitaria richiedono un adattamento alle risposte da fornire ai cittadini per il sistema sanitario, decidendo delle priorità degli interventi per contenere la spesa. Questo comporta disuguaglianze ed inacessibilità ai servizi di cui hanno bisogno le persone, selezionando chi potrà accedere alle cure.
La Sanità attuale si ritrova a fare i conti, nell'accumulo di definanziamenti e disinvestimenti continui, con tante cose da fare ed un portafoglio vuoto, proprio come quello della maggior parte dei cittadini italiani.
L'articolo 32 della Costituzione Italiana cita: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti . Infatti, all'interno delle dinamiche del personale sanitario, l'obiettivo dell'assistenza è sempre il cittadino, nell'approccio proattivo al suo percorso di cura.
Universalità, senza distinzioni di condizioni individuali, di reddito e sociali. Uguaglianza, tutte le persone hanno diritto alle stesse prestazioni nella parità dei bisogni. Equità, tutte/i devono avere parità di accesso alle cure abbattendo ogni forma di disuguaglianza.
Ma nella stanza dei bottoni e delle cravatte sappiamo con certezza che vengano rispettati questi principi fondamentali? Le persone valgono meno delle risorse tolte loro per permettere di curarsi?
All'interno del sistema monarchico apistico, le api operaie con funzione di nutrici permettono alla regina di cibarsi della pappa reale, un composto che le permette di vivere più a lungo. Le operaie si accontentano di mangiare il miele per nutrire la loro sovrana con la sostanza reale, per il bene della colonia. Il compromesso necessario per continuare la propria specie. Ma se mancasse il miele, non ci sarebbe neanche la pappa reale.
Nella stanza dei bottoni e delle cravatte di pappa ce n'è sempre ed in abbondanza, ma di miele i cittadini ne hanno?
Elia Cantarini | Infermiere
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