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Aniarti 2013: tavola rotonda su l'infermiere specialista

di Domenica Servidio

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NAPOLI. Da poche ore si è conclusa la 32’ edizione del Congresso Nazionale Aniarti, Associazione Nazionale infermieri di Area Critica. Tre importanti giornate nelle quali sono stati approfonditi interessanti temi che promuovono e valorizzano l’assistenza e nello specifico l’attività degli infermieri di area critica. Durante la prima giornata, ha riscosso particolare interesse la tavola rotonda, dal titolo “L'infermiere specialista e le competenze di tipo specialistico” svoltasi dalle 17,30 alle 18,30. Hanno partecipato al dibattito alcuni dei più importanti esponenti del nursing: Fabrizio Moggia – Presidente Aniarti, Saverio Proia – Dirigente Ministero della Salute, Rosaria Alvaro - Professore associato di Infermieristica, Università Tor Vergata di Roma e Andrea Bottega – Segretario Nazionale del sindacato Nursind.

Il dott. Saverio Proia nel suo intervento definisce la professione infermieristica, una professione in crescita, e riferendosi alle competenze avanzate del nurse, esprime la propria visione dell’infermiere, paragonabile ad una “Lamborghini che si sposta per i vicoli di una città del centro storico e che invece dovrebbe cominciare a muoversi su un’autostrada” essendo enormi e svariate le potenzialità che contraddistinguono la figura infermieristica all’interno del panorama sanitario.

 

Proia mette in evidenza inoltre, la spendibilità delle importanti leggi infermieristiche (42/’99, 251/’00, 43/’06), in particolar modo cita l’articolo 6 della delle 43 del 2006, per ricalcare l’importanza dell’Infermiere specialista e dei tanti master clinici, che dovrebbero diventare a tutto campo spendibili nella pratica lavorativa di ciascun infermiere.

 

Il dott. Andrea Bottega, approfondisce il concetto di Competenza Infermieristica Avanzata. Il rappresentante sindacale definisce come viene remunerata la competenza professionale, “L’infermiere che investe sulla propria formazione mediante l’acquisizione di master clinici al fine di acquisire competenze avanzate, , afferma Bottega, sicuramente si chiede se in realtà potrà mai svolgere nella propria pratica lavorativa quelle competenze avanzate per le quali ha dedicato ulteriori studi e approfondimenti . In alcune realtà, conclude, durante la contrattazione aziendale è stato possibile attribuire quote di produttività per i responsabili di alcuni settori (stomaterapisti, posizionamento picc, case manager etc)”.

 

Durante il dibattito, alcuni partecipanti hanno espresso i loro pareri, riguardo le argomentazioni trattate. La collega Fabbri, in servizio presso l’Ausl di Rimini, considera la propria realtà lavorativa quasi “un’isola felice”, in quanto è stato da poco espletato presso l’azienda di Rimini un concorso per 19 posizioni di Ds Professional. Ribadisce l’importanza dei requisiti richiesti agli infermieri specializzati, che per formazione ed esperienza devono esprimere particolare interesse nel voler intraprendere questo particolare percorso professionale.

 

A riguardo la prof.ssa Alvaro ha affermato “che è molto importante la riorganizzazione del lavoro, per definire nello specifico cosa deve essere svolto dall’infermiere piuttosto che da altre figure professionali, ma la declinazione delle competenze prevede una revisione di tutte le procedure. L‘infermiere esperto non deve essere riconosciuto solo a livello formale, ma anche contrattuale perché con la formazione teorica e pratica si acquisiscono delle competenze avanzate”.

 

Inoltre “i master - sottolinea la Alvaro - non nascono a livello universitario, come titolo di carriera, ma nascono per coloro che hanno come obiettivo quello di ampliare le proprie conoscenze scegliendo il percorso più attinente alle proprie esigenze”. Per quanto riguarda il numero attuale di professori infermieri e quanti ce ne saranno tra tre anni dichiara, “Attualmente siamo 13 professori associati infermieri, due associati medici, un ordinario medico, unico in Italia, 15 infermieri ricercatori e due ricercatori medici di scienze infermieristiche. Tra tre anni professori infermieri ce ne saranno ancor meno perché le università non hanno budget a sufficienza”.

 

Ci auguriamo che gli aspetti analizzati durante la discussione non vengano considerati solo attimi di riflessione, ma portino ad una reale e concreta crescita professionale dell’infermiere specialista.

NurseReporter

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