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Dolore

Controllare il dolore in emergenza: un diritto ed una priorità clinica

di Elisa Caputo

Il dolore rappresenta il principale motivo di accesso ai dipartimenti di emergenza-urgenza. La sua rapida riduzione dovrebbe essere una priorità fin dai primi soccorsi, sia in ambito extraospedaliero che ospedaliero. La gestione del dolore in emergenza richiede un approccio multimodale che integri trattamenti farmacologici e non farmacologici, al fine di ridurre in modo efficace e tempestivo la sofferenza del paziente, migliorandone il benessere globale.

Epidemiologia e criticità nella gestione

emergenza

La riduzione rapida del dolore dovrebbe essere una priorità sia in ambito extraospedaliero che ospedaliero.

Nella medicina d’urgenza il dolore acuto è una condizione estremamente comune: si stima che circa il 70% degli accessi in pronto soccorso avvenga per sintomatologia dolorosa. Una gestione adeguata del dolore rappresenta una vera e propria urgenza clinica, in considerazione dei suoi effetti potenzialmente dannosi sia fisici che psicologici.

Tuttavia, molteplici studi evidenziano come la gestione del dolore rimanga frequentemente inadeguata, un fenomeno noto come oligoanalgesia. Le cause includono una valutazione iniziale insufficiente o l’assenza di rivalutazioni sistematiche dopo la somministrazione dell’analgesia.

Genere e percezione del dolore

Le differenze nella percezione e soglia del dolore tra uomini e donne sono significative. Le donne mostrano una soglia del dolore più bassa da pressione e maggiore sensibilità a stimoli termici. Tali differenze sembrano derivare più da fattori cognitivi e sociali che da componenti ormonali, con un ruolo centrale giocato dalle esperienze personali pregresse.

Trattamento farmacologico del dolore

Le classi principali di farmaci utilizzati in emergenza sono:

  • FANS: indicati per dolore lieve-moderato (es. ibuprofene, ketoprofene, diclofenac, ketorolac). Benefici: effetto antipiretico. Rischi: gastrotossicità, inibizione della coagulazione.
  • Oppiacei: riservati a dolore severo o traumi maggiori (es. morfina, codeina, fentanil, tramadolo, buprenorfina, ketamina). Rischi: dipendenza, tolleranza.

Trattamenti non farmacologici

Interventi complementari includono:

  • Applicazione di ghiaccio o calore
  • Immobilizzazione di arti doloranti
  • Posizionamento antalgico scelto dal paziente
  • Tecniche di rilassamento (respirazione profonda, meditazione, distrazione)

Verso un modello multidisciplinare ed equo

La gestione del dolore in emergenza richiede un approccio multidisciplinare. È essenziale potenziare le competenze cliniche degli operatori, promuovere protocolli condivisi e formare il personale all’uso appropriato di farmaci ad alta potenza, come gli oppioidi, anche in vie alternative (es. endonasale).

Le raccomandazioni scientifiche intersocietarie supportano:

  • L’uso di analgesici da parte di infermieri al triage
  • La formazione continua e trasversale
  • La riduzione delle disparità di accesso alle cure

Un intervento strutturato e tempestivo permette di ridurre la sofferenza acuta, prevenire la cronicizzazione del dolore e migliorare gli esiti clinici. Garantire cure eque, sicure ed efficaci è una responsabilità etica, prima ancora che clinica.

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