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salute mentale

Ipocondria, il malato immaginario

di Monica Vaccaretti

L'ipocondria - secondo la classificazione DSM-5 che lo descrive come un sintomo somatico (somatic symptom disorder, SDD) - è un disturbo d'ansia di malattia. Detta anche patofobia, è la paura ingiustificata delle malattie. Esprime un malessere psicologico dell'individuo. È considerata la malattia del malato immaginario.

Che cos’è l’ipocondria

È ipocondriaco sia chi manifesta un comportamento eccessivo legato alla propria salute – rivolgendosi ai medici ad ogni lieve sintomo percepito – sia chi adotta evitamenti disadattivi verso ospedali e visite mediche.

L'ipocondria è definita come una condizione di disagio caratterizzata da una preoccupazione eccessiva e persistente di avere o sviluppare una grave malattia, con importante compromissione della qualità della vita, nonostante valutazioni mediche e rassicurazioni adeguate.

Nell'ipocondrico l'ansia è eccessiva e sproporzionata rispetto alla gravità della patologia, perdura nel tempo – solitamente per almeno 6 mesi - e si può manifestare anche in assenza di malattia specifica.

L'ipocondriaco è convinto che qualsiasi sintomo avvertito sia segno di una patologia severa.

Il segno caratteristico è l'osservazione continua di sintomi fisici oggettivi che sono soggettivamente percepiti come segni certi di qualche malattia generalmente grave. Questa attenzione eccessiva verso il corpo, che induce all'autodiagnosi, può essere rivolta anche alla salute degli altri.

L'ipocondriaco può non avere consapevolezza del suo disturbo. Egli interpreta erroneamente le sue sensazioni corporee e ne attribuisce una pericolosità esagerata rispetto alla realtà.

Chi è l’ipocondriaco

Il soggetto ipocondriaco ha un costrutto psicopatologico caratteristico: controlla ogni minimo sintomo fisiologico e si allarma in maniera esagerata per prevenire l'insorgenza di qualsiasi malattia. Oppure ignora qualsiasi sintomo percepito, evita volontariamente qualsiasi contatto con i medici per timore di scoprire una grave malattia.

Il disturbo costringe solitamente il soggetto a continui e approfonditi accertamenti per verificare la fondatezza dei sintomi percepiti e non arresta il suo comportamento in caso di riscontro negativo di malattia. È convinto di essere malato e si comporta da malato, compromettendo così le relazioni interpersonali, il lavoro, i rapporti familiari.

Cause di ipocondria

Le cause neurobiologiche dell’ipocondria sono poco note. Si è indagato che una possibile causa potrebbe essere di origine traumatica, in seguito ad un singolo evento di malattia che ha messo a rischio la vita. Si considera anche che un'infanzia difficile possa predisporre una persona a sviluppare il disturbo nell'età adulta.

Tra le cause psicosociali si ritiene che l'ansia eccessiva e persistente sia dovuta a normali sensazioni corporee che vengono percepite come anormalmente intense ed erroneamente attribuite a gravi malattie. Tale sensazione induce la persona a cercare rassicurazioni continue.

Si hanno percezioni di sintomi generalmente lievi che vengono interpretati come segno di patologia. Alcune forme di ipocondria rientrano nello spettro dei disturbi ossessivi-compulsivi. Tuttavia, a differenza del disturbo da sintomi somatici, nell'ipocondriaco non si riscontra una sintomatologia fisica concreta e ben individuabile.

Differentemente dal disturbo d'ansia generalizzato e dal disturbo di panico, l'ipocondria si focalizza soltanto su preoccupazioni esclusivamente centrate sulla salute. Inoltre, rispetto al disturbo ossessivo-compulsivo, nell'ipocondria sono assenti ossessioni e compulsioni e l'ansia da malattia riguarda il presente non essendoci timore di contrarla in futuro.

L'ipocondria non è un disturbo psicotico, perché sono assenti idee deliranti sulla salute. Le evidenze, tuttavia, hanno rilevato che coloro che soffrono di ipocondria/disturbo d'ansia di malattia hanno disturbi in comorbidità come ansia, disturbi depressivi e disturbi della personalità.

Come si tratta l’ipocondria

Secondo i criteri diagnostici dei disturbi somatici, tali sintomi provocano un forte disagio e sono accompagnati da pensieri sproporzionati e persistenti circa la loro gravità, impegnando l'individuo in termini di tempo ed energia.

L'ansia e la preoccupazione risultano ossessive nonostante opportune visite mediche che certificano un buono stato di salute generale. Per fare diagnosi di ipocondria, tale manifestazione di disagio deve manifestarsi con una durata non inferiore ai 6 mesi.

Obiettivo principale del trattamento è favorire la gestione delle paure riguardanti la salute piuttosto che eliminarle. Il trattamento d'elezione più efficace risulta essere di tipo psicoterapeutico piuttosto che farmacologico.

Del resto il soggetto ipocondrico è resistente all'assunzione di farmaci per la paura di avere danni alla salute. La terapia è spesso combinata. Oltre alla psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale che interviene sui circoli di mantenimento del disturbo, il supporto farmacologico con molecole ad azione serotoninergica (paroxetina) agisce nel ridurre la tendenza alla rimuginazione ossessiva ed allevia i sintomi ansiosi.

La psicoterapia può risolvere completamente il disturbo, tuttavia, circa il 50% dei pazienti ne risulta ancora affetto a 1-5 anni dal trattamento. Evidenze da studi scientifici confermano inoltre l'efficacia dell'intervento psicoeducativo con il quale si guida il paziente a rendersi maggiormente consapevole dei suoi processi mentali e dei meccanismi che governano il suo comportamento.

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