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Ulcere del piede diabetico, successo per il Convegno dell'Aiuc a Cotignola

di Angelo

Una fase del Convegno sulle ulcere del piede diabetico

COTIGNOLA. L’iniziativa, fortemente voluta dal dott. Pasquale Longobardi, direttore sanitario dell’Iperbarico di Ravenna e dal dott. Luca Dalla Paola, leader internazionale nella gestione del piede diabetico, ha visto la partecipazione di diversi esperti e professionisti del settore, tra cui chirurghi, chirurghi vascolari, diabetologi, infettivologi, medici iperbarici, medici cardiologi, medici e tecnici radiologi, infermieri esperti di lesioni, podologi, medici neurologi, medici e tecnici ortopedici,  medici di medicina generale, ricercatori, fisioterapisti, medici fisiatri rappresentanti di aziende produttrici di presidi medicali e ortesi. Il convegno è stato un utile momento di confronto tra tante professionalità.

Di fatto erano presenti all’appuntamento, svoltosi lo scorso 13 dicembre nel Ravennate, tutti coloro che in qualche modo orbitano o dovrebbero orbitare attorno a una lesione in paziente con diabete.

Gli organizzatori hanno lanciato la sfida ai burocrati del Sistema Sanitario Nazionale affinché prendano coscienza del fatto che una patologia del genere può portare, nel migliore dei casi, all’amputazione dell’arto malato; nel peggiore dei casi alla morte per setticemia da gangrena. A loro, ma anche a tutta la classe di “colleghi disattenti”, è andato più volte l’invito a coordinarsi e a mettere in piedi centri multidisciplinari per un apporto olistico alla gestione e alla cura del piede diabetico.

L’interesse nei confronti della patologia, ribadito in diverse occasioni, è assai elevato in Italia e nel mondo.

Basti pensare che nel triennio 2007-2009 è stato trattato per diabete il 6,9% degli italiani con età compresa tra 35 e 69 anni (7% nelle donne e 11% uomini).

La cosa che colpisce di più è il fatto che 1/3 della popolazione in cui sono presenti lesioni all’arto inferiore non sapeva o non sa di essere diabetica.

Dal punto di vista sociale ed economico-sanitario il diabete è una “brutta bestia” perché di fatto aumenta la probabilità di gravi conseguenze. Tra quelle più temute l’amputazione dell’arto inferiore che attualmente in Italia sfiora il 60% di tutti i ricoveri per taglio non traumatico del piede o della gamba.

E non è tutto, nel 2009 è stato evidenziato come il tasso di amputazione maggiore (fino alla coscia) nella popolazione diabetica è oltre 20 volte superiore a quello della popolazione non diabetica. In pratica tre ricoveri per amputazione ogni mille persone con diabete.

Il convegno, come dicevamo prima, organizzato dalla Sezione Emilia Romagna dell’Associazione Italiana Ulcere Cutanee, ha avuto luogo presso la splendida cornice della Clinica Villa Maria Cecilia Hospital in Cotignola e ha riunito una quarantina di esperti che si sono confrontati in un feedback continuo con il pubblico partecipe sulla necessità di creare un percorso multidisciplinare e un inter specialistico efficace per la cura del piede diabetico.

Tra gli interventi più applauditi e attesi quello di Longobardi e Dalla Paola, ma anche quello di Davide Melandri del Centro Ustioni e Banca della Pelle della Ausl Area Vasta Romagna e di Francesco Petrella, Presidente designato della Associazione Italiana Ulcere Cutanee.

Particolarmente interessante l’intervento di Klarida Hoxha, coordinatrice del Centro di Cura delle Lesioni Difficili dell’Iperbarico di Ravenna, di cui riferiremo in seguito in un prossimo servizio.

L’incontro è stato solo il primo di una lunga serie previsti dall’Aiuc in Italia e all’estero.

Per concludere, l’appuntamento è stato utile anche per ribadire l’importanza dell’assistenza infermieristica nei pazienti con piede diabetico.

Un infermiere ben formato e aperto alla conoscenza e alla ricerca può fare molto bene, sicuramente meglio di tanti improvvisatori della materia, che il più delle volte creano danno anziché fornire momenti di guarigione.

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