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anatomia

Cuore, quell’affascinante organo muscolare che pompa vita

di Alessandro Valentino

Il cuore è un organo prettamente muscolare con funzione di pompa del sistema circolatorio. È posto al centro del torace, nel mediastino anteriore e, rivestito dal pericardio, è diviso fondamentalmente in quattro cavità, i due atri, deputati a ricevere il sangue dal circolo venoso e i due ventricoli, che hanno la funzione di pompare il sangue nelle arterie.

Anatomia del cuore, un viaggio intorno alla vita

Il ventricolo destro eietta nell’arteria polmonare il sangue non ossigenato ricevuto attraverso la valvola tricuspidale dall’atrio destro, il ventricolo sinistro eietta in arteria aorta il sangue ossigenato dal circolo polmonare ricevuto dall’atrio sinistro attraverso la valvola mitrale. I due ventricoli sono separati dal setto interventricolare. L’atrio destro riceve sangue non ossigenato dalla circolazione generale attraverso la vena cava superiore, la vena cava inferiore e l’ostio coronarico; l’atrio sinistro riceve sangue ossigenato attraverso le vene polmonari. Quindi nelle sezioni destre del cuore circola sangue venoso povero in ossigeno; viceversa nelle sezioni di sinistra il sangue è arterioso, ossigenato.

Volendo semplificare al massimo l’attività cardiaca possiamo dire che il sangue povero di ossigeno della circolazione generale arriva all’atrio destro da dove, attraverso la valvola tricuspide, passa al ventricolo destro che lo pompa, tramite l’arteria polmonare, nei polmoni, dove viene ossigenato. Dai polmoni il sangue arriva, mediante le vene polmonari, all’atrio sinistro da dove, attraverso la valvola mitrale passa nel ventricolo sinistro che lo eietta nell’arteria aorta.

I ventricoli sono in connessione con le arterie attraverso, rispettivamente, la valvola aortica, a sinistra, e la polmonare, a destra. Nel sistema circolatorio esistono quattro pompe in sequenza; i due atri la funzione dei quali è pompare sangue nei ventricoli, e i due ventricoli, con funzione di pompa di maggiore importanza. Le valvole permettono che la circolazione sanguigna proceda in un unico verso, impedendone il reflusso.

Il ventricolo sinistro ha spessore della parete muscolare nettamente superiore rispetto al controlaterale, potendo così generare pressioni superiori e, introducendo nozioni di elettrocardiografia, generando potenziali elettrici di maggiore ampiezza.

L’ecografia cardiaca e l’elettrocardiogramma

L’attività contrattile delle fibrocellule muscolari cardiache, la funzione di pompa della quale abbiamo appena trattato, avviene grazie alla presenza del sistema elettrico di conduzione, quello che nella pratica clinica viene studiato attraverso l’elettrocardiogramma.

Florence Nightingale

Invece l’attività meccanica del cuore, la funzione valvolare, i vasi e il pericardio possono essere routinariamente indagati tramite l’ecografia. Il sistema elettrico di conduzione è formato da cellule specializzate, con funzione di pacemaker e di propagazione dello stimolo elettrico. Fisiologicamente l’impulso elettrico origina a livello del nodo seno atriale, il pacemaker cardiaco principale, sito nell’atrio destro; da qui si diffonde concentricamente depolarizzando gli atri e permettendone la contrazione; tale fenomeno viene registrato elettrocardiograficamente come onda P.

Attraverso le vie di conduzione internodali l’impulso elettrico raggiunge il nodo atrioventricolare, dove viene processato subendo una breve pausa, necessaria per il passaggio del sangue dagli atri ai ventricoli. Come vedremo in futuro parlando di tachi e bradi aritmie, la funzione del nodo atrioventricolare assume una fondamentale importanza. Questa breve pausa corrisponde, sul tracciato Ecg, al tratto Pr. Dopodiché l’impulso elettrico percorre in maniera estremamente rapida il fascio di His e le branche destra e sinistra, depolarizzano i ventricoli e permettendone la contrazione; questo corrisponde al complesso Qrs del tracciato Ecg. Infine si ha la ripolarizzazione dei ventricoli che, dopo il tratto St, corrisponde all’onda T. Questa fase di inattività cardiaca è particolarmente importante nella pratica clinica, poiché un impulso elettrico ectopico, generato cioè al di fuori del nodo Sa, che andasse a stimolare elettricamente il miocardio in questa fase avrebbe il grosso rischio di provocare aritmie ventricolari estremamente pericolose per la vita.

Per la corretta comprensione della attività cardiaca, fisiologica o patologica, è fondamentale considerare sempre l’attività meccanica del cuore strettamente sinergica a quella elettrica. Per avvicinarci alle aritmie, delle quali tratteremo in prossimi articoli, è necessario comprendere che ogni cellula cardiaca possa assumere il ruolo di pacemaker e possa condurre lo stimolo elettrico; se così non fosse, ogni alterazione del tessuto di conduzione, frequente nella pratica clinica, avrebbe ripercussioni di estrema gravità sul funzionamento del cuore.

Logicamente la funzione di pacemaker delle cellule originariamente non deputate a tale attività avrà efficacia rispetto al nodo seno atriale tanto inferiore quanto più ci si allontanerà agli atri verso i ventricoli; ciò si manifesterà con una frequenza di scarica di impulsi tanto più bassa passando dalle cellule atriali, al nodo Av, alle cellule del fascio di His, alle cellule miocardiche ventricolari; grossolanamente, il nodo Sa scarica impulsi a frequenza 60-100/m’; il Nav 45-50; le cellule miocardiche 30-35/m’. Parallelamente anche la propagazione dell’impulso elettrico, estremamente rapido attraverso le normali vie, verrà rallentato nel caso di patologie che colpiscano le vie di conduzione.

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