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Sarah Fabbri: "Non ho scritto nulla di male e voglio diventare una brava Infermiera!"

di Angelo

SaraFabbri

“Voglio chiudere qui la questione per il semplice fatto che doveva essere uno sfogo mio e non di tutta l’Italia - spiega Sarah a Nurse24.it - ribadisco il concetto che non ho fatto niente, cercavo solo di spiegare a quali pressioni e responsabilità è sottoposto l’infermiere. A quanto pare non è stato ben accetto, soprattutto da chi questa notte c'era davvero con le mani in pasta e mi dispiace da morire”.

post-facebook-sarah-sanmarinoSAN MARINO. Per molti è Sarah, per i suoi amici è Sarah Fabbri, 22 anni, bellissima studentessa in Infermieristica al Polo didattico di Rimini-Cesena (Università degli Studi di Bologna) e da oggi suo malgrado diventata uno dei volti e degli aspiranti professionisti sanitari più conosciuti nell’Italia dei social-network e dei mass media.

La sua colpa o bravura? Aver postato sul suo profilo Facebook uno “sfogo” del tutto personale sul caso dell’adolescente morto a Riccione per ecstasy l’altra notte nei pressi della Discoteca Cocoricò.

Si trattava di Lamberto Lucaccioni, suo malgrado tristemente dipartito nel probabile tentativo di divertirsi “diversamente”. Incoscienza la sua che lo ha condotto alla morte. A nulla sono serviti i tentativi di soccorso e di rianimazione del personale medico e infermieristico del 118 della Romagna. Il ragazzo è giunto esanime in Pronto Soccorso.

L’intervento di Sarah era motivato sicuramente dal trovarsi di fronte ad una “morte inutile”, davanti a un ragazzo di 16 anni che non c’era più.

Lei non è ancora una infermiera e pertanto va compresa e va giustificata. 

Abbiamo contattato Sarah e lei stessa ci ha detto che “non mi aspettavo tante polemiche e soprattutto non immaginavo tanta notorietà."

Si dice rammaricata per quanto accaduto e soprattutto vorrebbe che della cosa non se ne parlasse mai più, concentrandosi su quello che è successo realmente, ovvero su un ragazzino deceduto per una compressa di stupefacente datagli o comprata chissà dove lungo la Riviera Romagnola, in quella Riccione che tutti gli anni restituisci eventi giornalistico come questo e dove nessuno fa nulla per prevenire il peggio.

«Voglio chiudere qui la questione per il semplice fatto che doveva essere uno sfogo mio e non di tutta l’Italia – spiega Sarah a Nurse24.itribadisco il concetto che non ho fatto niente, cercavo solo di spiegare a quali pressioni e responsabilità è sottoposto l’infermiere. A quanto pare non è stato ben accetto, soprattutto da chi questa notte c'era davvero con le mani in pasta e mi dispiace da morire».

La nostra interlocutrice è fortemente turbata da quanto accaduto ed è pronta ad affrontare qualsiasi provvedimento.

E noi siamo con lei, forza Sarah non ti arrendere mai, questa è una professione "intellettuale" assai difficile, benvenuta nel mondo del tutti contro tutti!

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