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COVID-19

Cosa mi rimarrà nel cuore di tutto questo

di Chiara Vannini

Quando finirà tutto questo, quello che mi rimarrà di più nel cuore non saranno i segni sul viso, le sudate sotto la tuta, la paura di contaminarmi o i turni massacranti. Quello che mi rimarrà di più nel cuore saranno gli sguardi e le parole dei pazienti.

È straziante veder morire soli i pazienti Covid-19

Lavoro in rianimazione, un luogo non particolarmente abituato a grandi chiacchiere, tranne che con i famigliari. Normalmente sono poche le chiacchiere scambiate con i pazienti, e in tempo di Covid le chiacchiere sono ancora meno.

In tempo di Covid c'è solo un momento in cui si parla con lui ed è quello il momento più difficile. È il momento in cui lo si va ad intubare, in medicina, in malattie infettive, in Pronto soccorso. È il momento in cui gli si spiega quello che si sta per fare e quello che ne sarà delle giornate a venire.

E ogni volta, il sentimento che emerge è la paura. Paura della malattia. Paura di non risvegliarsi. Paura di morire.

E il loro pensiero, in quel momento, va alle loro famiglie. E se in quel momento fanno anche una telefonata a casa, il tutto diventa ancora più straziante.

Dottoressa, chiama mia moglie dopo, vero? Le dica che fra 2 o 3 giorni esco e la chiamo. Dopo chiama mio marito? Gli dica di non preoccuparsi e che sto bene.

E poi la videochiamata.

Babbo, adesso ti mettono un tubicino nella gola così mettono i polmoni a riposo e gli diamo il tempo di guarire. Hai capito? Sto cercando di capire. Ok babbo non ti preoccupare, andrà tutto bene. Ti voglio bene, babbo. Ti voglio bene anche io.

Tu infermiere sai che quei due-tre giorni saranno due-tre settimane, nella migliore delle ipotesi. Ma lo sa anche lui, il tuo paziente.

È straziante il momento del saluto. È straziante vedere la paura nei loro occhi

È straziante, da figlio/marito/fratello sapere di non poterli supportare nella malattia, stando vicini al loro letto, aiutandoli a farsi la barba al mattino o facendogli un massaggio ai piedi. È straziante ricevere informazioni per telefono, perché è un ospedale Covid e non si può accedere.

È straziante saperli morire, da soli.

La prima estubazione di un paziente Covid

Ah, dimenticavo. C'è anche un altro momento in cui si parla col paziente: quando finalmente si sveglia da questo lungo ed interminabile periodo di riposo.

Giorno X, prima estubazione di un paziente Covid. La prima frase del paziente: Io entro sera devo andare a casa!

Devi portare pazienza ancora qualche giorno, sei appena stato estubato. E la sai una cosa? Tu sei la nostra più grande soddisfazione. Ok. Ma io entro sera devo andare a casa.

Enzo, mi senti?

Fa sì, con la testa.

Enzo stai bene adesso!

Fa sì, con la testa.

Enzo, hai paura?

Fa sì, con la testa.

Adesso stai bene, saremo presto fuori da qui.

Mannaggia a queste mascherine e agli occhialoni da sub. Si appannano che è una meraviglia. Ma almeno non si vedono gli occhi degli infermieri. Gli occhi pieni di lacrime

NurseReporter

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