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Gli anticorpi monoclonali contro il Covid-19

di Daniela Berardinelli

Lo studio BLAZE 1 (studio di fase 2) ha valutato l’efficacia dell’anticorpo monoclonale neutralizzante LY-CoV555 nel trattamento delle forme lievi o moderate di Covid-19 in pazienti gestiti ambulatorialmente. I risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista New England Journal of Medicine. L’anticorpo, derivato da plasma convalescente, è sviluppato e prodotto dalla casa farmaceutica Eli Lilly. La sua azione contro il Covid-19 era già stata studiata precedentemente su primati non umani.

Anticorpo neutralizzante SARS-CoV-2 LY-CoV555 in pazienti Covid-19

Questo studio randomizzato controllato, realizzato in doppio-cieco, ha coinvolto 41 centri americani, 467 pazienti risultati positivi all’infezione da Sars-CoV-2 e con una sintomatologia prevalentemente lieve (circa l’80% dei partecipanti).

I dati sono stati raccolti dal 17 giugno al 21 agosto 2020 e 317 pazienti hanno ricevuto la somministrazione dell’anticorpo LY-CoV555, mentre 150 un placebo.

Ai pazienti assegnati al trattamento con anticorpo monoclonale sono stati somministrati distintamente 3 dosaggi differenti di LY-CoV555: a 101 pazienti 700 mg, a 107 2800 mg e a 101 7000 mg (questi dosaggi erano già stati sperimentati precedentemente con uno studio di fase 1). La somministrazione del farmaco è avvenuta dopo circa 4 giorni l’insorgenza dei sintomi e dopo 11 giorni si è assistito ad una diminuzione della carica virale sia nel gruppo sperimentale che in quello di controllo, con una differenza maggiore in coloro che avevano ricevuto il dosaggio di LY-CoV555 da 2800 mg.

In questo studio si è osservata una maggiore ospedalizzazione in coloro che avevano una carica virale più elevata rispetto a quelli con una carica inferiore. Dopo 29 giorni, la percentuale di pazienti ospedalizzati era infatti dell’1,6% nei pazienti che erano stati trattati con l’anticorpo monoclonale LY-CoV555 e del 6,3% in coloro che avevano ricevuto un placebo. La percentuale di pazienti ospedalizzati trattati con LY-CoV555 era pressoché simile per tutti e tre i dosaggi testati.

Un’analisi post hoc ha poi evidenziato che, nei pazienti con 65 anni o più e un BMI di 35 o superiore, la percentuale di ospedalizzazione era inferiore nel gruppo trattato con LY-CoV555 (circa 4% vs 15% nel gruppo di controllo). Solo un paziente all’interno di questo studio è stato poi ricoverato in terapia intensiva.

L’anticorpo monoclonale LY-CoV555 agisce anche nel miglioramento della sintomatologia dei pazienti, ma non sembrano esserci effetti differenti rispetto ai diversi dosaggi. L’effetto avverso più frequente nei pazienti trattati con LY-CoV555 è stata la nausea (3,9% dei casi), nel gruppo placebo, invece, la diarrea (4,9% dei casi). Le reazioni legate all’infusione del farmaco si sono verificate nel 2,3% dei pazienti sottoposti a LY-CoV555 e nel 1,4% a placebo con manifestazione di prurito, rossore, rash, gonfiore facciale di lieve entità. Attualmente il dosaggio da 2800 mg è l’unico a dimostrare un’accelerazione dell’inattivazione virale.

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