Nurse24.it

Editoriale

I Cavalieri scomparsi del 2021

di Giordano Cotichelli

Questo articolo arriva in ritardo. Ho perso tempo a cercare il maggior numero possibile di fonti relative alla nomina dei Cavalieri al Merito della Repubblica, proclamati ufficialmente il 2 giugno scorso. Sì, ho perso tempo in quanto, a differenza di un anno fa, la notizia del conferimento dei vari titoli dell’Ordine al merito della Repubblica (Cavaliere di Gran Croce decorato di gran cordone, Cavaliere di gran Croce, Grande Ufficiale, Commendatore, Ufficiale, Cavaliere) ha occupato maggiormente le cronache locali che non quella nazionale e quindi è stato più difficile avere una sintesi globale. Ad ogni modo sono stati concessi i titoli a ben 3574 persone in rappresentanza delle più svariate espressioni e professioni della società, dietro mandato in larga parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Presidente della repubblica e di altri importanti Ministeri (Economia, Difesa, Interni, etc.). La tabella che segue offre un quadro esauriente di tutti i titoli concessi, tratti dai dati ricavati dalla Gazzetta ufficiale del 20 aprile scorso.

I sanitari premiati sono diventati dei cavalieri, ma quasi inesistenti

Forse lo scorso anno la notizia ha fatto più clamore in quanto strettamente connessa alla pandemia in atto. Molto risalto venne dato ad esempio ai titoli concessi al personale sanitario, fra cui tre infermiere (Elena Pagliarini, Marina Vanzetta, Francesca Leschiutta). Oggi il numero dei premiati è molto alto, ma come già detto la notizia è rimasta pressoché confinata nella cronaca locale. Il numero totale di coloro che sono stati nominati Cavalieri della Repubblica in quanto addetti all’assistenza infermieristica (nelle varie figure previste) è corrispondente a 71 di cui: OSS (2), Infermiere/i (29) Coordinatrici/ori infermiere/i (33), dirigenti infermieristiche/i (7).

Istituzione Cavaliere Cavaliere GC Commendatore Gran Cordone Grande Ufficiale Ufficiale Totale
Ministero Esteri 49 0 8 0 0 10 67
Ministero Lavoro 26 0 4 0 0 6 36
Ministero Difesa 307 0 15 0 4 31 357
Ministero Ambiente 13 0 0 0 0 4 17
Ministero Trasporti 1 0 1 0 0 11 13
Ministero Economia 96 0 14 0 1 25 136
Ministero Interno 179 0 15 0 4 15 213
Ministero Sviluppo 24 0 4 0 2 4 34
Ministero Università 3 0 0 0 0 2 5
Ministero Giustizia 2 0 0 0 0 0 2
Presidente Repubblica 134 22 45 1 11 28 241
Presidenza Consiglio 1993 10 125 0 51 274 2453
Totale 2827 32 231 1 73 410 3574

Resta però l’interrogativo del poco clamore avuto sui media, anche quelli professionali, corporativi e sindacali. I sanitari premiati insomma sono diventati tutti dei cavalieri, ma quasi simili a quello del romanzo di Italo Calvino: il cavaliere inesistente. Non tanto per sminuire l’operato riconosciuto e il relativo riconoscimento, quanto per accelerare tutti i passaggi per superare questa pandemia che, anche nell’esaltazione dell’eroe, nella conta delle vittime, nei comunicati stampa dei vari organi tecnici vuole essere superata a tutti i costi. Legittimo e in questo la polverizzazione delle notizie e la quasi scomparsa delle stesse restituisce un aspetto di “normalità disfunzionale” che riporta indietro le lancette del tempo a quello che c’era prima, che non è cambiato. Oppure no. Per essere cambiato è cambiato, ma sembrerebbe in peggio.

Si premiano eroi e si chiudono reparti Covid un po’ ovunque, ma non sembra che la strategia di privatizzazione e lottizzazione della sanità e del welfare italiano possa subire un’inversione di tendenza, facendo tesoro di quanto occorso in questi lunghissimi mesi. Il teatro della politica, dopo un primo momento che lo ha visto caratterizzato da tecnicismi di sorta, è tornato ai bizantinismi del palazzo tipici del Bel paese, ai personalismi fatti di vittimismo e di tifoserie, mentre un dibattito funzionale ad affrontare problemi e ricercare soluzioni sembra lontano a venire.

I toni arroganti della guerra di classe in corso da decenni, ai danni dei più poveri, sembrano peggiorare, in un quadro in cui si sottolinea la cattiva voglia dei giovani a mettersi in gioco per la lucrosa somma di… 600 euro al mese. I dati ISTAT parlano di una soglia della povertà in questo paese registrata poco al di sopra di 700 euro di salario mensile. Forse, oltre che ad infermieri, carabinieri, pompieri ed anche qualche faccendiere, la nomina a cavalieri – viste le comuni desinenze finali – la meriterebbero i tanti camerieri sfruttati da sempre.

Qualcuno ha detto che, in questa fase drammatica di ripresa, parlare ora di salari, orari, garanzie, riposi, non è opportuno. Lo credo anch’io, ma nei confronti di tutti coloro che pontificano senza problemi sulla misera vita e sui miseri salari degli altri, al sicuro dei lucrosi guadagni propri. 71 infermieri, dirigenti, OSS e coordinatori hanno ricevuto il titolo di cavalieri, esteso a molti altri, ma i cavalieri che dovrebbero non essere più invisibili in questo paese e vedere riconosciuta la loro dignità di vita e di lavoro, sono molti di più.

Sono quelli poco interessati al titolo e molto di più ai miglioramenti lavorativi e sociali. E sempre a proposito di cavalieri, tornano le parole del bombarolo di De Andrè – personaggio tragico quanto folle – il quale rivendicava il fatto che non sarebbe stato mai riconosciuto cavaliere del lavoro e, al tempo stesso, ricordava amabilmente e con note ancora di stretta attualità, che: Per strada tante facce/Non hanno un bel colore/Qui chi non terrorizza/Si ammala di terrore/C'è chi aspetta la pioggia/Per non piangere da solo.

Complimenti, in varia misura, a tutti i nominati di quest’anno e anche ai non nominati, cui non spetta altro che continuare a rimboccarsi le maniche e farsi cavalieri tutti di una società migliore, inseguendo utopie di sorta, con la stessa forza del grande Don Chisciotte, per non essere più realisticamente servili come Sancho

NurseReporter

Commento (0)